IV Weekend di formazione familiari di Betania del 15 e 16 gennaio 2023 del ciclo "Vita eterna, istruzioni per l'uso", dal titolo "Siamo alla frutta?" facente parte di questo filo conduttore denominato "filo rosso" che terminerà il 17 e 18 giugno del 2023 con incontri mensili.
1° giorno - Sabato
Introduzione
Prima di iniziare le attività è stato fatto un doveroso riepilogo delle giornate precedenti che, escludendo la prima giornata fraterna che non rientra nel filo conduttore di questi incontri, sono state:
- Vita spirituale a prezzi convenienti: in cui sono stati fornite alcune definizioni:
- che cosa si intende per spirituale: Spirituale é tutto ciò che sotto l’azione, oppure nell’azione o tramite l’azione dello Spirito Santo mi parla di Dio, mi comunica Dio, mi orienta a Dio, mi stringe a Dio, mi fa cristoforme, perché mi fa diventare figlio nel Figlio;
- i nemici della vita spirituale: gnosticismo e pelagianesimo, due sottili nemici della vita spirituale e due eresie dei primi secoli della Chiesa ma che si accentuano in alcuni periodi storici dell'umanità, incluso quello attuale;
- come realizzare l'Amore di Dio nel concreto: attraverso uno sguardo spirituale ovvero guardare in alto, guardare in avanti, guardare il presente partendo dalla meta.
- Al Fonte battesimale non si va mai soli: condotto seguendo il passo evangelico Mt 18, 15-35 ovvero su la correzione fraterna, la preghiera comunitaria ed il perdono.
Il titolo dell'incontro odierno, Siamo alla frutta?, è stato condotto in maniera differente rispetto alle giornate precedenti, ovvero, prima è stata dato un brano biblico su cui meditare e fare condivisione e, successivamente, la catechesi.
Il brano biblico, tratto da due distinti passi della Genesi, è stato:
Dal Libro della Genesi
(Gn 2, 16-17)
[16] Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
[17] ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
(Gn 3, 1-3)
[1] Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?"[2] Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
[3] ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete".
Letto il brano, siamo stati divisi in gruppi e ad ogni gruppo è stata assegnata una parte del brano.
Ogni gruppo separatamente, ha fatto una condivisione per poi ritrovarsi in cripta per condividere ciascuna meditazione con una frase riassuntiva.
Ma veniamo alla catechesi.
Incontro sui passi di Gen 2,16-17; 3,1-3
Il tutto si svolge nel giardino:
Il giardino non è una foresta selvaggia pericolosa per l’uomo, ma una PATRIA che lo protegge, lo nutre, lo sorregge; è il mondo dello Spirito di Dio, è il mondo di Dio.
La figura del serpente:
Il serpente è la figura che rappresenta i culti orientali della fecondità, le religioni della fecondità, che furono una grande tentazione per il popolo d’Israele, con il pericolo, attraverso le unioni matrimoniali, di mescolarsi con loro, d’infrangere l’Allenza con Dio e di separarsi da Lui definitivamente. Possiamo inoltre notare come il serpente non nega Dio, non porta all’ateismo, ma vuole portare l’uomo dalla fiducia alla diffidenza. Vuole separare l’uomo dalla comunione con Dio e portarlo al sospetto. Illudere l’uomo che Dio non dona la libertà e proporre un proprio mondo illusorio. Tutto è motivato dall’invidia e, così astutamente, non potendo fare nulla con Dio, cerca di distruggere la sua opera più bella, l’uomo, la donna. Il serpente spinge l’uomo a non considerare i limiti del proprio essere, i limiti del bene e del male, lo invita ad ignorarli. Se la misura dell’uomo non è il suo essere, il bene e il male, l’uomo ha il potere assoluto su tutto, pertanto tutto quello che si può fare è l’assoluto.
Al centro del giardino c’è un albero.
Così scrive San Efraim il Siro: “la Parola di Dio, è un albero che da tutte le parti ti porge frutti benedetti”.
L’albero è il simbolo della vita divina, di Dio stesso.
Questo albero ci dona il frutto. Nella parabola della vite e i tralci, riportata dall’evangelista Giovanni, ci è dato di capire cos’è questo frutto.
“Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto” [Gv 15,5].
Perviene così che il frutto di cui si parla è la comunione con Lui, è il rimanere nell’Amore, nei suoi comandamenti per portare frutti i quali li troviamo anche nella lettera ai Galati di San Paolo che così si esprime:
"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" [Gal 5, 22]
...magnanimità: pazienza, ...dominio di sé: padronanza.
Il rimanere in Dio, nel suo frutto, che è lo Spirito Santo, produce in noi questi frutti.
Mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male significa diventare come Dio (poiché Lui conosce tutto intimamente), è il piu grande atto di superbia, è il sostituirsi a Dio in tutto.
Anche il libro dell’Apocalisse di San Giovanni si conclude con l’immagine dell’albero:
“E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte a dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni” [Ap 22,1-2]
Il PECCATO ORIGINALE consiste nella DISOBBEDIENZA ad un comando d’amore di Dio, è la separazione dall’Amore stesso che è Dio.
Dio ripara il tutto mandando il suo unico Figlio sulla terra per pagare il prezzo del riscatto. Gesù Cristo, sottomettendo la sua volontà a quella del Padre suo, obbedisce fino alla morte di croce. Con tale perfetta obbedienza ripara perfettamente la disobbedienza del peccato originale e di tutti i peccati di tutto il mondo, di tutti i tempi, fino alla consumazione dei secoli. A noi chiede di CREDERE IN LUI e di AMARE COME LUI ci ha insegnato.
2° giorno - Domenica
La giornata è iniziata con la Santa Messa alla quale è seguito il pranzo comunitario per poi avviare le attività di condivisione e di laboratorio nel pomeriggio dopo i lavori e la Coroncina.
Ovviamente non vengono riportate le registrazioni di condivisione per evidenti ragioni di privacy.
Prima parte
La lettura del brano biblico della Genesi è stata estesa fino al versetto 9 del 3° capitolo:
(Gn 3, 4-9)
[4] Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto!
[5] Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male".
[6] Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
[7] Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
[8] Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
[9] Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?".
Cosa è successo precedentemente? Dio ha creato l'uomo e la donna è lì ha posti nel giardino dell'Eden, e da loro un vademecum di comportamento: un vademecum particolare perché contiene solo una regola: potevano fare e mangiare tutto tranne che dell'albero del bene e del male. Dio non spiega il perché di questo comando è nemmeno Adamo ed Eva sono portati a chiederglielo... Danno per scontato che se Dio ha predisposto in questo modo avrà le sue buone ragioni.
Quando le cose cambiano?
Quando entra in scena il serpente.
- Il primo punto è proprio L'AZIONE DEL SERPENTE.
Il serpente finora ha soltanto fatto una domanda "innocente" ad Eva: "È vero che Dio ha detto...", quasi come se volesse semplicemente questa informazione. Adesso si spinge oltre, adesso entra in azione e lo fa con un "tocco da maestro" introduce il suo discorso con una semplicissima parolina il MA. Voi sapete che "ma" è una congiunzione avversativa che se posta all'interno di un discorso, di una frase, ha il potere di instillare Incertezza/dubbio/ostacolo. Ed è questo l'intento del serpente: vuole mettere Eva in dubbio nei cfr di Dio e del suo comandamento. È questo intento è rafforzato dalla parola "anzi". - Il secondo punto di questo passo biblico è LA REAZIONE DI EVA: Eva come reagisce alle parole del serpente? Inizia a guardare l'albero sotto un'altra luce... Lo vede BUONO/GRADITO/DESIDERABILE. È importante notare che questi sono tre aggettivi positivi, che suscitano in genere bellezza, piacere. Perché è importante sottolinearlo? Perché dal momento che sono positivi fanno in modo che Eva inizi a pensare che davvero, forse, quel "ma" posto dal serpente davanti al comandamento di Dio, forse è giusto... Altrimenti se fosse una cosa cattiva lei avrebbe provato rigetto, repulsione...
- Ed ecco che arriviamo al terzo punto che è IL PECCATO.
Eva, a questo punto, si lascia convincere dal serpente e mangia il frutto dell'albero del bene e del male. Ma non solo Eva si lascia convincere, ma convince a sua volta Adamo a peccare. Ieri, dicevamo che esiste una relazione comunitaria in cui siamo sempre e comunque immersi. Eva non vuole rimanere da sola in questa disobbedienza e, fosse solo anche per dividere la colpa, trascina con sé anche Adamo. L'importanza quindi di capire come siamo testimoni e trascinatori nel bene e nel male.
Solo che dopo aver mangiato il frutto Adamo ed Eva non sperimentano la bontà / gradevolezza/ desiderabilità che l'albero sembrava promettere quando Eva lo guarda dopo aver ascoltato il serpente... No, l'aver trasgredito al Comando di Dio produce PAURA... Una paura talmente grande che anche se Dio sta solo passeggiando Adamo ed Eva, per paura, si nascondono. Allora possiamo dire che questo fa la paura... Ti fa nascondere. - Il quarto ed ultimo punto è la REAZIONE DI DIO. Come reagisce Dio, di fronte alla disobbedienza di Adamo ed Eva? Ha, secondo me, una reazione bellissima, davvero amorevole. Non reagisce condannando o accusando a priori, eppure Dio sapeva già cosa era successo, tanto è vero che non chiede "Cosa hai fatto?", ma la prima cosa che fa è cercare di far uscire Adamo ed Eva dal loro nascondiglio, cioè tirarli fuori dalla loro paura.
E come lo fa? Con una domanda che instaura un DIALOGO: "DOVE SEI?". Dio vuol sapere da loro cosa è successo, cosa non ha funzionato, perché sono stati portati a credere al serpente e non a Lui...
Ieri fra Enzo diceva che tutto quello che dice Dio è verità, che non si possono avere dubbi circa quanto dice Lui, e quindi cosa è avvenuto in Eva prima e in Adamo poi?
Adesso vorrei che iniziassimo insieme un momento dinamico, un dibattito, in cui ognuno possa dire quello che il Signore ha suscitato in questi giorni, quello che avete Condiviso ieri e anche quello che suscita questa domanda di Dio dentro me: "Dove sei?"
- Come vivo questa domanda?
Come la interpreto? Come quella che mi fa un amico quando per es. rimango a piedi in macchina e lo chiamo per aiutarmi? La prima domanda che mi pone è proprio "dove sei?". Quindi la vivo in modo amicale oppure la vivo con sospetto, vergogna paura, invasivita'? - inoltre, io saprei dire dove sono? Dove sono in questo momento della mia vita? Nei miei affetti, nel mio cammino spirituale? Sono nella felicità, serenità oppure sono nel dubbio, nella noia?
- e, cosa ancora più importante... Ovunque io sia, lascio che Dio mi raggiunga? Oppure pongo sempre davanti quel "ma" che è sinonimo di autoreferenzialità? "sono nella stanchezza Signore, Ma non ti preoccupare, adesso ne esco fuori!". Come se fosse solo un compito mio diventare SANTO.
Ricordiamoci sempre di non cadere nei due eccessi opposti, da una parte credere di essere una nullità, di non essere in grado di fare niente e crogiolarsi dietro alla scusa "sono fatto così, non posso cambiare". In questi casi, quando cadiamo sappiate che ognuno di noi ha una caratteristica che si chiama "resilienza" e che è la forza che dobbiamo metterci per ricominciare da capo quando siamo scivolati...
Dall'altra parte, l'altro eccesso è proprio credere che questa forza mi basta, che posso farcela, che non ho bisogno di aiuto. In entrambi i casi non stiamo esercitando nessuna virtù, perché come dicevano i padri della Chiesa: la virtù sta nel mezzo, cioè nell'equilibrio.
I Santi sono persone equilibrate...
Gli interventi su questo interrogativo (DOVE SEI?) sono stati molteplici ed interessanti, ovviamente non vengono qui riportati ma è da notare che la maggior parte si sente IN CAMMINO CON DIO.
Seconda parte
In questa seconda parte, abbiamo portato al Signore le nostre risposte in un bigliettino posto in un braciere e scritto durante una breve adorazione eucaristica.
L'adorazione eucaristica è terminata con uno scambio reciproco di abbracci ricchi di sentimenti comuni di amore fraterno.
Conclusione
La giornata è culminata con un rito simbolico in cui è stato dato fuoco ai nostri scritti all'esterno della Chiesa..