Vita spirituale a prezzi convenienti

Vita eterna, istruzioni per l'uso

Giornata fraterna dei familiari di Betania del 19 e 20 novembre 2022: pur trattandosi della giornata seconda giornata fraterna di quest'anno, è il primo incontro di un percorso ("filo rosso") che terminerà il 17 e 18 giugno del 2023 con incontri mensili.


1° giorno - Sabato

Accoglienza

La giornata ha avuto inizio con un'adorazione eucaristica sul tema dello Spirito Santo in Chiesa prima dell'avvio delle attività dinamiche presso la cripta sotto la Chiesa.

L'attività del mattino si è sviluppata in due parti: nella prima parte sono state date le indicazioni sul tema e su come svilupparlo e sono stati distribuiti dei Post-It dove ognuno doveva scrivere il significato della parola SPIRITUALE, attività che è stata volutamente proposta "a freddo" prima dello sviluppo del tema.

Ascolta la registrazione:

I nemici della vita spirituale

È molto diffusa, anche tra noi cristiani, la convinzione che la parola spirituale si riferisca a qualcosa di immateriale, di non-palpabile, che spesso ci porta a vivere la spiritualità in ore di preghiera, in propositi, nel raggiungimento di "obiettivi spirituali", cadendo così in un moralismo che, nei casi di insuccesso, porta al fallimento, alla sfiducia e, viceversa, in caso di successo, alla superbia, all'orgoglio: insomma, gnosi perfetta.

La fede viene assolutizzata con moralismi, idealismi, pragmatismi, razionalismi, sentimentalismi... insomma, con tutte quelle tendenze con il suffisso "-ismo" che portano ad una fede dove si assolutizzano rispettivamente: la ragione, la morale, la prassi, i sentimenti, ecc., tutte cose partecipi della vita di fede ma ne sono una semplice componente, una spiritualità che dà origine a movimenti astratti.

Una spiritualità che rischia di aprire le porte a due grandi vecchi nemici: gnosticismo e pelagianesimo, due sottili nemici della vita spirituale e due eresie dei primi secoli della Chiesa ma che si accentuano in alcuni periodi storici dell'umanità, incluso quello attuale; non per niente, è un tema trattato dal Papa in Gaudete et exsultate, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, e richiamato anche in una Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede Placuit Deo indirizzata “ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della salvezza cristiana” che fa riferimento all'Esortazione apostolica Evangelii gaudium al n. 94, in cui si evidenzia, in particolare, che la tentazione dello gnosticismo porta ad una 

«fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti » .

Una fede immateriale, quindi, che degenera poi in intimismi, devozioni ed emozioni, sentimentalismi che allontanano dalla vera meta che è la vita eterna, dalla vera conoscenza di Cristo, come dice San Giovanni Apostolo: 

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. [Gv 17,3]

La conoscenza di Dio significa incontrare uno che ti dà un modo di esistere, significa vivere secondo Dio ovvero comunionalmente cioè come Amore perché Dio è l'Amore trinitario che, come dice Sant'Agostino,

“In verità vedi la Trinità, se vedi l’amore… Ecco sono tre: l’Amante, l’Amato e l’Amore”. [La Trinità, Libro VIII, 8 e 10]

Un altro rischio è quello di cadere nel pelagianesimo, ovvero, confidare nelle proprie forze, avere fiducia nelle strutture, nell’organizzazione perfetta. La norma dà al pelagiano la sicurezza di sentirsi superiore e avere un orientamento preciso che, con il proprio impegno, attira la benevolenza di Dio che premierà con la Sua ricompensa, questi sono i pianificatori, i volontaristi, convinti di piacere a Dio per le proprie azioni.

E io? Sono più gnostico o più pelagiano?

Definizione di SPIRITUALE

Dopo questa premessa sui nemici della vita spirituale, capiamo bene dunque che spirituale è in realtà tutto ciò che si rifà allo Spirito Santo e, di conseguenza, una vita spirituale è una vita condotta in cammino nello Spirito Santo dove la persona rinasce a vita nuova nel sigillo del Battesimo, amata da Cristo senza meriti e senza condizioni, nella stessa condizione di peccatore,

Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito [Rom5,6]

Tutto è dono gratuito dell'Amore di Dio, dobbiamo solo riconoscere la voce dello Spirito Santo attraverso un discernimento spirituale che può avvenire anche con l'aiuto di una direzione spirituale.

Capiamo allora che non si parte dalla conoscenza per arrivare all’amore, ma è l’amore che mi porta alla conoscenza.

Spirituale é tutto ciò che sotto l’azione, oppure nell’azione o tramite l’azione dello Spirito Santo mi parla di Dio, mi comunica Dio, mi orienta a Dio, mi stringe a Dio, mi fa cristoforme, perché mi fa diventare figlio nel Figlio.

Alla luce di questa definizione, si capisce che tutto può essere spirituale se è orientato a Dio, quindi anche un caffé, la matematica, la preghiera, la gioia e le sofferenze, la malattia, ecc. ma, spirituale per eccellenza è Cristo che ha detto:

Chi ha visto me ha visto il Padre [Gv 14,9]

Pavel Florenskij é un grande russo, sacerdote e martire, molto spirituale, dice: “quale é l’ immagine più spirituale che l’uomo può vedere? Una persona che fa carità, perché quel gesto di carità é Dio, perché Dio é la carità”. Sant’Agostino, l’africano, lui dice, quando parla della SS Trinità: “chi vede la carità, vede la Santissima Trinità”.

Allora la vita spirituale é una vita penetrata dall’amore: se uno é veramente spirituale, lo si vede dalla virtù delle virtù, che é la carità. La carità non è astratta, è concreta, e riguarda tutto ciò che siamo: corporeità, psiche, affetti, la nostra storia personale. La vita spirituale è dinamismo, non è un’ideologia, non è una morale, ma è una esperienza di vita il cui scopo è vivere nella storia e trasfigurare il tempo.

Come si realizza l'Amore di Dio nel concreto

Ascolta la registrazione:

A questo punto, richiamando il "filo rosso" conduttore che dà il titolo al ciclo di questi incontri fraterni, ovvero, "Vita eterna: istruzioni per l'uso", si pongono alcuni scomodi interrogativi: come si realizza l’amore di Dio nella storia? Come vive l’amore di Dio nella storia? Qual é la forma, se parliamo della forma, dell’amore di Dio nella storia? E tanti altri che hanno una ed una sola risposta che troviamo nella Pasqua di Cristo che con la Sua Passione e Croce ha manifestato il più grande espressione dell'Amore e che ci suggerisce di piegare romanticamente noi stessi  all'amore perché, come dice San Giovanni apostolo:

Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. [1Gv 3, 14]

Occorre un amore folle, un amore che dona e che si dona totalmente, lo Spirito Santo ne è l'esempio per eccellenza, Lui che é il datore dei doni: non c’è una sola frase nel Vangelo dove ci sarebbe scritto che lo Spirito Santo é soggetto ricevente; Lui è sempre al servizio degli altri, sempre dona, sempre rivela, sempre illumina, sempre guida, sempre svela, ... lo Spirito Santo ci suggerisce dunque che l'Amore si realizza dando la precedenza al prossimo e che la vita spirituale si realizza con la rinuncia a sé stessi, alla propriavolontà. Chiaro che non ha nessun senso la rinuncia a se stessi se non si è mossi da un amore folle, quale? Quello di persone salvate, redente, amate. La rinuncia a se stessi non ha senso al di fuori di questa
relazione, altrimenti diventa ascesi individualistica che sa anche di masochismo.

Occorre perciò maturare uno sguardo spirituale, vedere le cose, la realtà, la vita, le scelte da compiere in modo spirituale, non secondo le proprie categorie mentali perché lo Spirito è Santo e non può essere un calcolatore. 

Uno sguardo spirituale

Padre Aleksander Schmemann dice che lo sguardo spirituale ha tre caratteristiche:

  • la prima caratteristica dello sguardo spirituale è quella che rende capaci di guardare in alto; l’uomo peccatore guarda in basso; Gregorio di Nissa dice che guarda il proprio ombelico, cioè la propria ferita, mentre invece lo sguardo spirituale guarda in alto;
  • la seconda caratteristica dello sguardo spirituale è quella che  rende capaci di guardare in avanti; lo sguardo umano, soprattutto lo sguardo che sa di peccato, tende a guardare indietro, il passato, le ferite, ciò che si subisce e che impedisce di accogliere la parola fresca, di novità, perché lo sguardo rivolto verso il passato rovina anche il presente e il futuro mentre lo sguardo spirituale è capace di guardare la META, la vita eterna.
  • la terza caratteristica dello sguardo spirituale è quella che rende capaci di guardare la vita presente partendo dalla meta perché la mia vita è già lì, è già nascosta con Cristo in Dio quindi, con questo sguardo è già illuminato il cammino che conduce alla META.
la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! [Col 3, 3]


Qual è la nostra META

Con queste riflessioni, ognuno può approfondire qual è la propria meta riflettendo sul proprio cammino, sulla propria condizione di vita religiosa, matrimoniale, di padre, madre, figlio, figlia, di servitore di Dio nel mondo, ecc. domandandosi il PERCHÉ.







2° giorno - Domenica

La giornata è iniziata con la Santa Messa alla quale è seguito il pranzo comunitario per poi avviare le attività di condivisione e di laboratorio nel pomeriggio dopo i lavori e la Coroncina.

Ovviamente non vengono riportate le registrazioni di condivisione per evidenti ragioni di privacy.

Prima parte

Ascolta la registrazione:
Istruzioni

Dopo un breve riassunto della prima giornata da parte di sor. Monica, sor. Cristina ha fornito le istruzioni per la condivisione che vale sempre, ovvero:

  • si fanno piccoli gruppi di quattro o cinque persone;
  • ci saranno degli spunti di riflessione incentrati sul tema a cui attenersi;
  • un consacrato farà da moderatore;
  • parla solo chi se la sente;
  • quando uno parla, gli altri ascoltano;
  • l'esperienza di ciascuno non dovrà essere dibattuta;
  • vanno rispettati i tempi forniti;
  • i contenuti della condivisione rimangono all'interno del gruppo, non vanno raccontati;
Spunti di riflessione

Nella condivisione ci si soffermerà solo sui primi due spunti in elenco, a casa ciascuno mediterà gli altri punti e, se ci sarà occasione, si riprenderà il discorso:

  1. Condividi se qualcosa di nuovo e bello è nato in te in base alle Parole citate e meditate: Gv17,3; Rm 5,5; Col 3,3; Rom 8,14-17
  2. C'è qualche contenuto o parola tra quelle ascoltate nell'istruzione di ieri che ti ha toccato? Desideri condividerla?
  3. Che definizione avevi dato di spirituale nel post-it? Confronta la tua risposta con la definizione che poi abbiamo dato della parola "spirituale" e rifletti... Dove mi desidera portare il Signore?
  4. Confronta la tua preghiera con la definizione data di spirituale: come posso orientarla e viverla meglio?
  5. Confronta: come tu vedi te stesso e la tua vita - come Gesù vede te stesso la tua vita... C'è qualche differenza?
  6. Rileggi un evento della tua vita partendo dallo sguardo di Dio e descrivilo.
  7. La vita spirituale è molto concreta: c'è un di più nella mia vita da togliere o mettere al giusto posto? Progetti, oggetti, attività, relazioni: tutto mi aiuta a orientarmi a Dio o c'è da riordinare qualcosa?


Seconda parte.

Ascolta la registrazione:

In questa seconda parte abbiamo ci siamo chiesti come lo Spirito Santo ci parlerà, come fa Dio che non vediamo e no tocchiamo a parlarci? Ebbene, lo farà quindi nel concreto, nel quotidiano, quindi:

  • nella preghiera
  • nei Sacramenti
  • attraverso la Direzione spirituale
  • nella comunità cristiana (amicizie cristiane, Parrocchia, FFB,...
  • nella Parola
  • nella vita dei santi
  • nei poveri, Dio si rivela nei poveri

Non è importante quante cose faccio ma come le faccio e quanto tempo dedico a ciò che faccio; San Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi dice:

Tutto mi è lecito ma non tutto mi giova [1Cor 6, 12]

Ora, giusto un esempio: due ore passate sui Social Network è lecito ma giova? Occorre modulare il tempo rimanendo in comunione con Cristo, orientando tutto a Cristo, ogni azione che viene svolta deve essere fatto chiedendosi se ci porta a Dio e occorre, per far questo, dedicarsi con amore a quella singola cosa che viene svolta, fare più cose contemporaneamente è fattibile ma forse non riuscirà a orientare il pensiero a Cristo.

Allora chiediamoci come viviamo il nostro tempo attraverso la suddivisione di una torta simbolica che rappresenta la giornata di 24 ore e verrà da ciascuno suddivisa in fette che rappresenteranno la quantità di tempo dedicata a ciascuna attività.

Terminato e discusso l'uso del tempo è stata svolta un'altra interessante attività: tutti in piedi "a spasso" per la sala in maniera randomica, dovevamo modificare la velocità della "passeggiata" in funzione del numero pronunciato da sor. Monica (1, 2 o 3 e, a sorpresa, anche -1!), durante questa passeggiata ci è stato chiesto di pensare ad un bel ricordo spirituale, poi sono state sparse delle immagini fotografiche sul pavimento ed è stato chiesto di osservarle camminando e, appena individuata quella che più di tutte si avvicinava al ricordo spirituale, di prelevarla e mantenerla.


Di nuovo seduti, è stato chiesto di definire con una sola parola cos'è "spirituale" ed alla fine sono state tratte le conclusioni anche mettendo a confronto le definizioni di "spirituale" date il giorno precedente con quelle nuove.