STATUTO
(ad experimentum)
Indice
Primo capitolo: Identità dei Familiari della Fraternità Francescana di Betania
- Denominazione e Finalità
- Missione
- Vita Fraterna
- Vita di preghiera e Penitenza
- Sepoltura e Suffragi
Secondo Capitolo: Modalità di appartenenza
- Il tempo di iniziazione
- Ammissione alla formazione iniziale
- Formazione iniziale e Aggregazione all’Istituto
- La natura e il fine dei tre consigli evangelici
- Formula della professione dei consigli evangelici
- La Promessa di vita evangelica
- Formula della Promessa di vita evangelica
- La Formazione Permanente
- Separazione dall’Istituto
- Testamento
1.1. Le Famiglie Oblate Interne
- Formazione iniziale e aggregazione all’Istituto
- Formula della promessa per le Famiglie
- Obblighi e Diritti
- Separazione dall’Istituto
- Formazione iniziale e aggregazione all’Istituto
- La natura e il fine dei tre consigli evangelici
- La Missione degli Oblati esterni
- Vita Fraterna, di Preghiera e Penitenza
2.1. I sacerdoti diocesani Francescani di Betania
3.1. I Gruppi Giovani di Betania
4. Amici e Collaboratori Volontari
Cura Pastorale e Unione Spirituale
Legenda
Fraternità Francescana di Betania, FFB: Istituto di Vita Consacrata Fraternità Francescana di Betania.
Familiari della Fraternità Francescana di Betania, Familiare di Betania, Familiare FFB: quanti sono aggregati all’ Istituto secondo il presente Statuto.
GAD: Gruppi Ancilla Domini.
GdB: Gruppi Giovani di Betania.
RnS: Rinnovamento nello Spirito.
Primo capitolo: Identità dei Familiari della Fraternità Francescana di Betania
Denominazione e Finalità
1. La voce del Signore, sempre ricca e imprevedibile, può riunire attorno ad un unico carisma laici e presbiteri, fratelli e sorelle, invitandoli ad aggregarsi stabilmente ad una famiglia religiosa.
2. I Familiari della Fraternità Francescana di Betania (Familiari FFB) prendono vita e denominazione dall’Istituto di Vita Consacrata “Fraternità Francescana di Betania”, che ne costituisce il fulcro di animazione e di spiritualità.
3. Consacrati e laici formano un’unica famiglia spirituale, tutta protesa a coltivare l’unità di spirito, il dialogo e la collaborazione fraterna per un reciproco arricchimento e una più significativa fecondità apostolica, sempre intenti a camminare verso la perfezione.
4. Possono entrare a far parte dei Familiari FFB tutti i fedeli della Chiesa cattolica di ogni stato di vita (cfr. cann. 298 e 307 § 1 CIC):
- laici, sposati o impegnati nel celibato per il Regno di Dio;
- sacerdoti e diaconi permanenti.
5. La loro appartenenza ai Familiari della Fraternità Francescana di Betania si realizza in diverse forme e modalità[1]:
a) Coloro che vivono pienamente all’interno dell’Istituto Fraternità Francescana di Betania e ne sono affettivamente ed effettivamente membri stabili[2] in forza di una convenzione sui reciproci diritti e doveri[3]. È il Superiore Generale che, con il consenso del suo Consiglio, può ammetterli come Oblati interni. Essi potranno emettere la professione dei consigli evangelici con voti privati o la promessa di vita evangelica.
b) Coloro, laici o sacerdoti diocesani, che, pur non vivendo entro le mura della Fraternità, sono legati ad essa spiritualmente come Oblati esterni e si impegnano in un cammino di perfezione nella carità secondo la spiritualità dell’Istituto tramite i voti privati o la promessa di vita evangelica.
c) Coloro che si sentono chiamati a portare l’annuncio della risurrezione e della salvezza nella specificità del proprio ambiente e del proprio stato di vita, secondo la spiritualità e il carisma della Fraternità Francescana di Betania, attraverso la partecipazione ai Gruppi di preghiera Ancilla Domini e ai Gruppi Giovani di Betania.
d) Coloro che, senza assumere vincoli in forme particolari, desiderano camminare affianco all’Istituto, dare il loro contributo alle iniziative dello stesso e usufruire del suo particolare sostegno spirituale, come amici, o collaboratori volontari.
[1]Cfr. P.Pancrazio N. Gaudioso, Un viaggio nelle profondità del nostro carisma, in FFB, Sulle strade di un carisma. Vent’anni di cammino, Ed. Insieme, 2003, 141
[2]Ibidem., 141
[3] Cfr. Cost. FFB, 139
Missione
6. I Familiari FFB si prefiggono di:
- rinnovare ogni giorno la propria conversione a Gesù come Signore e Salvatore;
- riscoprire l’opera santificatrice e vivificante dello Spirito Santo nella propria vita e nella storia;
- conseguire e promuovere la perfezione della carità, nel proprio stato di vita;
- vivere con maggiore radicalità il Vangelo, sull’esempio del serafico padre san Francesco e di san Pio da Pietrelcina, cercando di incarnare il fare di Marta e il silenzio di Maria, avendo come dolce modello ed ispirazione la Vergine Madre, Ancella del Signore, secondo il carisma dell’Istituto “Fraternità Francescana di Betania”;
- vivere in comunione con il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti in un fiducioso e aperto dialogo di creatività apostolica con l’Istituto.
7. Inseriti pienamente nella realtà sociale ed ecclesiale del loro tempo e attenti alle molteplici nuove povertà dell’uomo contemporaneo, i Familiari FFB portino pace, unità e gioia nella famiglia, nella professione, nella società e nella Chiesa, promuovano la vita in tutte le sue fasi e si rendano solidali con le sofferenze e le necessità dei fratelli. Nutrano speranza nelle risorse interiori dell’uomo e condividano i valori della sua cultura e, vagliando con senso critico cristiano le novità, integrino tutto ciò che è “buono, giusto e santo” nella loro vita.
8. I Familiari FFB si sentano tutti responsabili della missione dell’Istituto e ciascuno la svolga secondo le sue capacità e possibilità a partire dagli impegni di famiglia, di lavoro, di cittadini e di battezzati.
Vita Fraterna
9. Tutti i Familiari FFB, nella molteplicità dei doni e nella varietà degli stati di vita, hanno una speciale vocazione alla vita comunitaria e all’impegno della preghiera.
10. Pertanto partecipino con gioia e fedeltà alla “vita di famiglia” promossa dall’Istituto “Fraternità Francescana di Betania” e possibilmente ai GAD, per pregare e lodare insieme il Signore, conoscersi, condividere esperienze e crescere insieme.
11. Come membri di un unico corpo, si sostengano reciprocamente nell’esperienza matrimoniale, familiare e sociale, nella fedeltà alla preghiera e nell’impegno attivo nel mondo, applicandosi a vivere con i fratelli e le sorelle rapporti basati sulla stima, sull’amore e il perdono.
Vita di preghiera e Penitenza
12. I Familiari FFB tendano alla santità secondo la spiritualità dell’Istituto attualizzandone lo spirito. Nutrano la loro spiritualità unificando fede e vita nel quotidiano, partecipino in modo attivo e consapevole alla vita liturgica e sacramentale della Chiesa, vivano intensamente la preghiera personale, familiare e comunitaria.
13. La Celebrazione Eucaristica, “fonte e culmine della vita cristiana”[1], che ravviva il legame con Dio, con i fratelli, con la Chiesa e con tutta la Fraternità Francescana di Betania, sia il centro del loro cammino.
14. La Liturgia delle Ore estende ai diversi momenti del giorno la grazia del mistero eucaristico. I Familiari FFB tengano in alta considerazione tale preghiera della Chiesa, che li unisce al mistero di Cristo, sia che la celebrino individualmente che comunitariamente.
15. Se per ogni cristiano la preghiera è un dovere essenziale, per i Familiari FFB costituisce un impegno particolare e una necessità di vita. Avendo essi scelto di seguire Cristo imitando Maria SS., sanno che, per vivere costantemente alla presenza di Dio, è necessario pregare incessantemente: reputino quindi fondamentale la preghiera personale, silenziosa, nascosta, quella di cui Gesù stesso diede mirabile esempio.
16. Vivano contando non su se stessi, ma sulla ricchezza dei carismi dello Spirito Santo, che con gemiti inesprimibili intercede presso il Padre e ci guida alla Verità tutta intera. Lo invochino perché li unisca senza riserve a Cristo, si lascino pervadere dalla sua azione e, ad imitazione di san Francesco, esprimano i loro affetti con la preghiera di lode, il canto e il ringraziamento al Dio Altissimo e Sommo Bene.
17. Come Maria di Betania, diano il giusto tempo allo studio e alla meditazione della Sacra Scrittura, per accogliere la Parola di Dio, fonte e alimento della vita interiore e della carità, per farla fruttificare in sé e poi annunciarla con gioia.
18. A Maria, Ancella del Signore, conformino spiritualità e vita. A lei, umile e obbediente, si ispirino per vivere il proprio impegno cristiano, imitando la sua fede e la sua totale fiducia nel progetto di Dio. Come lei si sforzino di ripetere ogni giorno il suo fiat, totalmente preoccupati di piacere a Dio solo. Ogni anno rinnovino la consacrazione a Gesù per mezzo di Maria secondo il Montfort.
19. "Questo è il mio testamento – ha detto P. Pio – e la mia eredità: amate e fate amare la Madonna, recitate e fate recitare il Rosario”. Il Rosario, che unisce la meditazione dei misteri della vita di Cristo e della Chiesa alla preghiera del cuore, è per i Familiari FFB un impegno quotidiano.
20. Consapevoli che l’esperienza di fondazione dell’Istituto è cominciata proprio nel silenzio della Santa Casa di Loreto[2] “icona e reliquia”[3] della Casa di Nazareth, i Familiari FFB guardino alla Sacra Famiglia di Nazareth come modello e scuola di vita evangelica. Si affidino ogni giorno alla B.V. Maria e al suo castissimo sposo san Giuseppe, affinché, come avvenne per Gesù, sotto la loro protezione e guida, possano anche loro crescere in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini (cfr. Lc 2,52).
21. Sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il modo di pensare e agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso Vangelo designa con il nome di conversione: essa per la fragilità della natura umana deve essere rinnovata ogni giorno.
22. Consapevoli della loro debolezza, i Familiari FFB rispondano alla grazia di Dio con la vigilanza, la correzione fraterna, il perdono reciproco, il pentimento sincero e l’accettazione serena della croce di ogni giorno. Affidandosi al Padre con amore filiale, vivano la quotidianità, la fatica e il dolore alla luce del mistero pasquale, trasformando tutti questi momenti in sacrificio spirituale a Dio gradito per mezzo di Gesù Cristo.
23. In questo cammino di rinnovamento il sacramento della riconciliazione è segno privilegiato della misericordia di Dio e sorgente di grazia[4] e porta a compimento l’impegno penitenziale di ciascuno e di tutta la fraternità. Preparati dall’esame di coscienza quotidiano, i Familiari FFB vi si accostino frequentemente secondo le indicazioni della Chiesa, accogliendone la gioia del perdono del Padre che ricostruisce la comunione fraterna e purifica le intenzioni apostoliche.
24. La volontà di conversione dei Familiari FFB si rinnovi comunitariamente nei periodi forti dell’anno liturgico, nei ritiri e negli esercizi spirituali annuali, tempi di ripresa spirituale, momenti forti del cammino verso la santità.
25. Il segno distintivo di appartenenza alla Fraternità in qualità di Familiare
FFB è il TAU con la scritta “Dio ti ama”.
[1]Lumen Gentium n. 11
[2] Cfr. P.Pancrazio N. Gaudioso, Tutto comincia nel silenzio della S. Casa di Loreto, in FFB, Sulle strade di un carisma, cit., 17.
[3] Giovanni Paolo II, Lettera a S.E. Mons. Pasquale Macchi in occasione del VII cent. Laureano, 1994, 2.
[4] Cfr. Presbyterorum ordinis 18,2
Sepoltura e Suffragi
26. l’Istituto ricordi con gratitudine i Familiari FFB defunti e prosegua la comunione con loro nella preghiera e nell’Eucaristia.
27. I Familiari FFB legati alla Fraternità per mezzo di voti o promessa:
- qualora lo richiedano, possono essere sepolti con il saio della Fraternità;
- il loro decesso venga comunicato a tutte le Case dell’Istituto e a tutti gli altri Familiari FFB legati da vincoli particolari;
- riceveranno in suffragio, da parte tutti i fratelli e le sorelle e i Familiari FFB con vincoli, un Rosario e una S.Messa celebrata in ogni Casa dell’Istituto.
Secondo Capitolo: Modalità di appartenenza
1. Gli Oblati Interni
28. La prima modalità di appartenenza è costituita dall’Oblato che vive pienamente all’interno della Fraternità, ne condivide i ritmi e i tempi di preghiera e di lavoro e ne è un membro stabile aggregato all’Istituto. Questa figura verrà pertanto denominata Oblato interno.
Il tempo di iniziazione
29. L’aggregazione all’Istituto dell’Oblato interno si realizza mediante un tempo di iniziazione e un tempo di formazione iniziale; quest’ultimo si conclude con la professione dei consigli evangelici o la promessa di vita evangelica.
30. L’iniziazione è una fase preparatoria al tempo di formazione vero e proprio ed è destinata al discernimento della vocazione e alla reciproca conoscenza tra la Fraternità e l’aspirante Oblato.
31. L’aspirante presenti formalmente per iscritto al Superiore Generale la propria intenzione di sperimentare la vita di oblato nell’Istituto FFB.
32. La durata dell’iniziazione è stabilita a discrezione del Superiore Generale.
Ammissione alla formazione iniziale
33. Terminato il periodo di iniziazione, l’aspirante inoltri al Superiore Generale con atto formale scritto la domanda di ammissione alla formazione iniziale per diventare Oblato interno.
34. Condizioni per essere ammessi alla formazione iniziale sono:
- aver compiuto18 anni di età;
- professare la fede cattolica;
- vivere in comunione con la Chiesa e il suo Magistero;
- avere una buona condotta morale;
- mostrare chiari segni di vocazione;
- avere attitudine alla vita in comune e la salute psico-fisica necessaria;
- essere libero da vincoli che possono impedire l’integrazione all’Istituto.
35. Il Superiore Generale, sentito il Consiglio direttivo, dà risposta formale all’aspirante.
36. Gli aspiranti Oblati, da questo periodo in poi, vengono guidati alla lettura e alla meditazione della Sacra Scrittura, alla conoscenza dei fondamenti della vita consacrata e dei testi fondamentali relativi allo spirito dell’Istituto, allo studio del presente Statuto e delle Costituzioni della FFB.
Formazione iniziale e Aggregazione all’Istituto
37. Il tempo della formazione iniziale ha la durata di almeno un anno, da passarsi nella Casa designata per la formazione. Scopo di questo periodo è la maturazione della vocazione, il completamento della catechesi della fede cattolica, l’esperienza della vita evangelica dell’Istituto e la migliore conoscenza del suo patrimonio spirituale.
38. Fin dall’ingresso in Fraternità inizia il cammino di formazione che deve svilupparsi per tutta la vita. Il Superiore con il suo Consiglio ne stabilisca i responsabili che dovranno essere professi perpetui dell’Istituto.
39. Tutto l’Istituto è chiamato ad aiutare gli aspiranti Oblati in questo cammino con l’accoglienza, la preghiera e la testimonianza.
40. Al termine della formazione iniziale, l’aspirante Oblato interno presenti al Superiore Generale richiesta formale di aggregazione all’Istituto, specificando se chiede di emettere la professione dei consigli evangelici o la promessa di vita evangelica.
41. Il Superiore Generale, con il consenso del suo Consiglio, udito il Superiore locale della Casa ove vive l’aspirante e del responsabile della sua formazione, dà risposta formale all’aspirante Oblato interno.
42. Gli aspiranti emettano la professione o la promessa nelle mani del Superiore Generale o di un suo delegato. Sia redatto un documento dell’avvenuta aggregazione firmato dall’Oblato, da chi ne ha ricevuto l’impegno e da due testimoni.
43. Prima del rito di aggregazione, venga stipulato tra l’aspirante Oblato interno e il Rappresentante Legale dell’Istituto una convenzione, valida anche agli effetti civili, nella quale siano specificati i diritti e i doveri di entrambe le parti, in particolare le relazioni economiche.
44. In qualità di membro stabile aggregato, l’oblato interno è sottomesso al Superiore Generale FFB anche per quanto riguarda i trasferimenti nelle varie Case e al Superiore locale della Fraternità di appartenenza; egli partecipa agli atti comuni, al lavoro, al carisma e all’apostolato dell’Istituto, secondo quanto stabilito dalla Convenzione.
45. Considerando che “è compito del Capitolo locale, sotto la guida del suo Superiore, rafforzare lo spirito fraterno, promuovere la corresponsabilità di tutti i membri per il bene comune, mantenere il dialogo su tutto ciò che riguarda la vita fraterna, per cercare insieme la volontà di Dio”[1], il Superiore locale, laddove opportuno, faccia partecipare l’Oblato interno alle riunioni capitolari. In alcuni casi può essere ammesso alle votazioni consultive.
[1] Cfr. Cost. FFB 51
La natura e il fine dei tre consigli evangelici
46. Nella professione dei consigli evangelici il candidato promette con voti privati temporanei, di unirsi a Cristo con il cuore che la grazia ha reso libero, in una vita casta, povera ed obbediente secondo il carisma dell’Istituto e il presente Statuto.
47. Il consiglio evangelico della castità per il Regno dei cieli, segno del mondo futuro e fonte di maggiore fecondità in un cuore indiviso, comporta l’obbligo della perfetta continenza.
48. Il consiglio evangelico della povertà ad imitazione di Cristo, il quale, essendo ricco, si è fatto povero, comporta una vita povera nello spirito e la dipendenza dai Superiori dell’Istituto nell’usare e disporre dei propri beni.
49. Il consiglio evangelico dell’obbedienza, promesso con fede e
amore per seguire Cristo obbediente fino alla morte, comporta la sottomissione
per Iddio della propria volontà ai legittimi Superiori “in tutte le cose che
non sono contrarie alla coscienza”[1],
quando le comandano secondo lo Statuto.
[1] Cost. FFB 83
Formula della professione dei consigli evangelici
50. Gli Oblati pronuncino per la professione dei consigli evangelici la seguente formula:
“A lode e gloria della Santissima Trinità,
Io, NN..., poiché il Signore mi ha ispirato di seguire più da vicino il Vangelo e le orme di nostro Signore Gesù Cristo, davanti ai fratelli e alle sorelle, nelle tue mani, fr. NN., con fede salda e volontà decisa, faccio voto a Dio Padre santo e onnipotente di vivere per un anno in castità, in povertà e in obbedienza secondo lo Statuto dei Familiari FFB.
Pertanto mi affido con tutto il cuore a questa Fraternità perché, con l’efficace azione dello Spirito Santo, guidato dall’esempio di Maria Immacolata, per l’intercessione del nostro padre san Francesco, di san Pio da Pietrelcina e di tutti i santi, sostenuto dal vostro fraterno aiuto, possa tendere costantemente alla perfetta carità nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini.”
La Promessa di vita evangelica
51. La promessa di vita evangelica è l’atto con il quale il candidato, memore della chiamata ricevuta da Cristo, rinnova le promesse battesimali impegnandosi davanti ai fratelli a viverle con maggiore fervore e diligenza, seguendo il carisma dell’Istituto e lo Statuto dei Familiari FFB.
Formula della Promessa di vita evangelica
52. Gli Oblati pronuncino per la promessa di vita evangelica la seguente formula:
“A lode e gloria della Santissima Trinità,
Io, NN..., poiché il Signore Gesù, facendomi conoscere il suo Amore, mi ha chiamato a conversione e ha messo nel mio cuore il desiderio di amarLo e farLo amare, prometto per un anno di vivere secondo il presente Statuto rinnovando con ardore le promesse del mio Battesimo.
Mi impegno, inoltre, a portare l’annuncio di vita nuova nel mio stato di vita e nei luoghi dove Dio mi ha posto.
Pertanto mi affido con tutto il cuore alla Fraternità Francescana di Betania perché, con l’efficace azione dello Spirito Santo, guidato dall’esempio di Maria Immacolata, per l’intercessione del nostro padre san Francesco, di san Pio da Pietrelcina e di tutti i santi, sostenuto dal vostro fraterno aiuto, possa tendere costantemente alla perfetta carità nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini.”
La Formazione Permanente
53. Iniziata nelle tappe precedenti, la formazione degli Oblati interni si attua in modo permanente e continuo.
54. L’Istituto ha il dovere di dedicare speciale attenzione alla formazione degli Oblati interni, per far crescere il loro impegno, maturare la loro vocazione, perfezionarsi nella carità e consolidare il senso di appartenenza.
Separazione dall’Istituto
55. Uscita: L’Oblato interno che intende lasciare definitivamente la Fraternità, comunichi la sua intenzione al Superiore locale e a quello Generale. Se conferma poi per iscritto la sua decisione, il Superiore Generale e il suo Consiglio ne prendono atto ed emettono un documento liberatorio, che sarà registrato e conservato nell’archivio dell’Istituto.
56. Dimissioni:
§1. In presenza di cause gravi, il Superiore Generale con il consenso del suo Consiglio richiami formalmente l’Oblato interno. Dopo tre richiami senza esito positivo, egli sia dimesso con decreto.
§2. L’Oblato che pubblicamente abbandona la fede, viene meno alla comunione ecclesiale o a cui viene irrogata o dichiarata la sanzione della scomunica, per il fatto stesso è destituito. Il Consiglio direttivo, raccoglie le prove e constata con decreto ufficiale l’avvenuta dimissione.
57. Al momento della separazione sarà rispettato quanto stabilito dalla Convenzione.
Testamento
58. Per salvaguardare la pace nella propria famiglia, gli Oblati, al momento dell’aggregazione, redigano il testamento destinando i propri beni, ricordando l’Istituto e le sue opere.
1.1. Le Famiglie Oblate Interne
59. Una forma particolare di Oblati interni è costituita dalle famiglie. Fermo restando tutto quanto è stato disposto per gli Oblati interni, per quanto applicabile, vale anche per le famiglie, preservando integralmente l’identità propria del Sacramento del Matrimonio.
60. A tale scopo la famiglia abbia una certa autonomia, tale da garantirle il rispetto della propria specifica vocazione nella realizzazione più naturale delle sue proprietà essenziali[1] – unità e indissolubilità – e delle sue finalità[2]: – il bene dei coniugi, la generazione e l’educazione dei figli.
[1] Cfr. can. 1056
[2] Cfr. can. 1055
Formazione iniziale e aggregazione all’Istituto
61. Oltre quanto stabilito al n.60, la formazione per le famiglie prevede la trattazione di temi specifici alla loro propria vocazione, ad approfondire i contenuti del Sacramento, alla conoscenza delle problematiche odierne sulla vita, e un continuo aggiornamento circa il pensiero del Magistero della Chiesa a tale riguardo.
Obblighi e Diritti
62. Prima del rito di aggregazione, sia stipulata con il Rappresentante Legale dell’Istituto una convenzione adatta ad ogni singolo caso, valida anche agli effetti civili, che regoli i diritti e gli obblighi di ambo le parti e le relazioni economiche.
Separazione dall’Istituto
1. Uscita:
§ 1. La Famiglia oblata interna che intende lasciare definitivamente la Fraternità, comunichi la sua intenzione al Superiore locale e a quello Generale.
§ 2. Se conferma poi per iscritto la sua decisione, il Superiore Generale e il suo Consiglio ne prendono atto ed emettono un documento liberatorio, che sarà registrato e conservato nell’archivio della Fraternità.
§ 3. Per il bene del Matrimonio, nel caso in cui un solo coniuge esprima tale intenzione, si giudica opportuno ratificarlo per tutta la famiglia.
2. Dimissioni:
§ 1. In presenza di cause gravi riguardanti un membro della famiglia, il Superiore Generale con il consenso del suo Consiglio lo richiama formalmente. Dopo tre richiami senza esito positivo, sia dimesso con decreto.
§ 2. Il membro di una famiglia oblata che pubblicamente abbandona la fede, viene meno alla comunione ecclesiale o a cui viene irrogata o dichiarata la sanzione della scomunica, per il fatto stesso è destituito. Il Consiglio direttivo, raccoglie le prove e constata con decreto ufficialmente l’avvenuta dimissione.
§ 3. Se la dimissione lede l’unità della famiglia, sia dimessa tutta la famiglia.
65. In ogni caso di separazione, sarà osservato quanto disposto nella convenzione.
2. Gli Oblati Esterni
66.
§ 1. La seconda modalità di appartenenza è costituita dall’Oblato esterno. Si tratta del battezzato che, pur non vivendo entro le mura della Fraternità, è legato ad essa spiritualmente, impegnandosi a portare là dove Dio lo ha seminato il suo messaggio d’Amore[1].
§ 2. Egli compie un cammino di perfezione nella carità secondo la spiritualità dell’Istituto tramite i voti di castità, povertà e obbedienza, emessi in forma privata e rinnovabili annualmente nelle mani del Superiore Generale o di un suo delegato, oppure tramite la promessa di vita evangelica.
[1] Cfr. can. 663 §5
Formazione iniziale e aggregazione all’Istituto
67. La durata della formazione iniziale è stabilita a discrezione del Superiore Generale, secondo i casi.
68. In questo periodo, gli aspiranti Oblati esterni avranno un referente per la formazione nominato dal Superiore Generale, con il consenso del suo Consiglio.
69. Al termine della formazione iniziale, l’aspirante Oblato esterno presenti al Superiore Generale richiesta formale di aggregazione all’Istituto.
70. Il Superiore Generale, con il consenso del suo Consiglio, udito il responsabile della sua formazione, dia risposta formale all’aspirante Oblato esterno.
71. Gli aspiranti che emettono la professione – nelle mani del Superiore Generale o di un suo delegato – usino la stessa formula usata dagli Oblati interni. Sia redatto un documento dell’avvenuta aggregazione firmato dall’Oblato, da chi ne ha ricevuto l’impegno e da due testimoni.
La natura e il fine dei tre consigli evangelici
72. Nella professione dei consigli evangelici il candidato promette con voti privati, di unirsi a Cristo con il cuore che la grazia ha reso libero, in una vita casta, povera ed obbediente secondo il carisma e lo Statuto dei Familiari FFB.
73. Gli Oblati esterni dipendono dal Superiore Generale e da un suo delegato per quanto riguarda la pratica dei consigli evangelici e la vita di fraternità.
74. Testimoni dei beni futuri si impegnino, nella vocazione abbracciata, all'acquisizione della purità di cuore, rendendosi così liberi e disponibili all'amore di Dio e dei fratelli[1].
75. Il consiglio evangelico della castità per il Regno dei cieli, segno del mondo futuro e fonte di maggiore fecondità in un cuore indiviso, comporta l’obbligo della perfetta continenza.
76. Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per Sé e per sua Madre una vita povera e umile[2], pur stimando le realtà create; così, gli Oblati esterni cerchino una giusta relazione con i beni terreni, semplificando le proprie esigenze materiali e, come meri amministratori dei beni ricevuti a favore dei figli di Dio, sappiano condividere con i fratelli e con i poveri quanto possiedono.
77. Il consiglio evangelico della povertà ad imitazione di Cristo, il quale, essendo ricco, si è fatto povero, comporta una vita povera nello spirito, sobria nell’uso dei beni e la dipendenza dai Superiori dell’Istituto nelle scelte economiche rilevanti.
78. Nello spirito delle "Beatitudini"[3], s'adoperino a purificare il cuore da ogni tendenza e cupidigia di possesso e di dominio, quali "pellegrini e forestieri" in cammino verso la Casa del Padre[4].
79. Il consiglio evangelico dell’obbedienza, promesso nello spirito di fede e di amore per seguire Cristo obbediente fino alla morte, comporta la sottomissione per Iddio della propria volontà ai legittimi Superiori in quanto previsto dal presente Statuto e in quelle scelte che comportano un cambiamento importante nella loro vita.
[1] S.Francesco, Ammonizioni, 16; 1 Lettera a tutti i fedeli, 69
[2] S.Francesco, Lettera a tutti i fedeli, 5.
[3] Mt. 5,1-12
[4] Rm 8, 17; Lumen Gentium, 7, 5.
La Missione degli Oblati esterni
80. Non solo il tempo libero, ma tutta l’esistenza di questi fedeli sia messa al servizio del Regno, tanto nel silenzio del quotidiano che nell’evangelizzazione attiva, tanto nello slancio della carità che nell’ardore dell’adorazione, a imitazione della Sacra Famiglia di Nazareth.
81. Sepolti e risuscitati con Cristo nel Battesimo che li rende membra vive del Corpo mistico, amino intensamente la Chiesa, meditando il suo mistero, partecipando attivamente alla sua vita e alle sue iniziative, e facendosi testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, attraverso l’annuncio di Cristo con la vita e la parola.
82. Uniti nella carità alla stessa missione dell’Istituto, partecipino alle sue iniziative e alle sue opere nella misura delle proprie possibilità.
Vita Fraterna, di Preghiera e Penitenza
83. L’Oblato esterno frequenti le Case dell’Istituto per quanto gli è possibile, e sia fermento della sua spiritualità nei contesti usuali della sua vita: sul lavoro, in parrocchia, nei Gruppi di preghiera.
84. Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi a disposizione di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzerà di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo.[1]
85. Tenga in particolare considerazione la partecipazione annuale agli esercizi spirituali organizzati dall’Istituto, quale momento privilegiato per meditare sulle cose divine al fine di crescere nella fede, speranza e carità e di portare, là dove Dio lo ha seminato, il suo messaggio d’Amore[2].
86. Partecipi, per quanto è possibile, ogni giorno al Sacrificio eucaristico e riceva il Corpo santissimo di Cristo e adori lo stesso Signore presente nel Sacramento[3].
87. Onori con culto speciale, anche con la pratica del Rosario mariano quotidiano, la Vergine Madre di Dio, Ancella del Signore[4].
88. Attenda alla dignitosa celebrazione della Liturgia delle Ore, soprattutto delle lodi e dei vespri, che non possono omettere senza grave motivo.
89. Non dimenticando come lo stesso Gesù Cristo visse per quaranta giorni digiunando nel deserto e come il suo servo Francesco predilesse la preghiera e la penitenza in tutta la sua vita, consideri tutti i mercoledì e i venerdì, i tempi di Avvento e soprattutto di Quaresima, come momenti di più intensa preghiera e penitenza.
90. Tenga in grande considerazione la preghiera notturna, secondo l’esempio di Gesù Cristo, san Francesco e la maggioranza dei santi, i cui frutti sono: la purezza del cuore, la pace dell’anima e la luce dell’intelletto.
91. Quanto è stato disposto per gli Oblati interni relativamente al testamento, alla separazione con l’Istituto vale, in quanto applicabile, anche per gli Oblati esterni.
[1] S.Francesco, Regola n.b. 9,3; Mt 25,40.
[2] Cfr. can. 663 §5; P.Pancrazio, Lettera a tutti gli oblati, cit..
[3] Cfr. can. 663 §2
[4] Cfr. can. 663 §4
2.1. I sacerdoti diocesani Francescani di Betania
92. Il sacerdote diocesano che si riconosce chiamato dallo Spirito Santo a partecipare al carisma della Fraternità Francescana di Betania, può essere aggregato come Oblato esterno, in una modalità conveniente alla sua missione nel Popolo di Dio, secondo il presente statuto e con il consenso scritto del Vescovo della sua diocesi (cann. 278 § 2, 298 § 1 del CIC).
93. Fermo restando quanto disposto per gli altri Oblati esterni, in quanto applicabile, il sacerdote diocesano Familiare FFB approfondisca la vita e la dottrina di san Francesco, la spiritualità sacerdotale di san Pio da Pietrelcina e il carisma dell’Istituto per meglio vivere la sua vocazione a servizio della Chiesa.
94. Il sacerdote diocesano Familiare FFB trovi nell’Istituto un’assistenza spirituale specifica, fonte di aiuto e di sostegno, di luce e di calore fraterno.
3. I Gruppi Ancilla Domini
95. La terza modalità di appartenenza è costituita da coloro che si sentono chiamati ad una più intensa vita di conversione, preghiera e fraternità aderendo ai Gruppi Ancilla Domini.
96. I Gruppi Ancilla Domini sono gruppi di preghiera che seguono il patrimonio spirituale dell’Istituto e il suo stile di vita ispirato a Betania.
97. Essi si riuniscono almeno una volta alla settimana per un’assemblea di preghiera incentrata sulla Parola di Dio e la lode spontanea, preghiera affettiva che richiama un attributo peculiare di san Francesco. Gli incontri, per quanto possibile, siano animati con il canto e la musica, secondo lo stile adottato dall’Istituto.
98. La spiritualità mariana dei membri dei Gruppi Ancilla Domini si realizza onorando con culto speciale la Vergine Madre di Dio, ancella del Signore , anche con la recita del santo Rosario all’inizio di ogni incontro di preghiera e mediante la consacrazione a Gesù per mezzo di Maria secondo il Montfort, rinnovata ogni anno comunitariamente, se possibile, a Loreto.
99. Inoltre, sostengano e promuovano volentieri i ritiri spirituali e le giornate di fraternità. Una volta all’anno, quanti possono, si ritrovino insieme nei cosiddetti “ritiri – vacanza” organizzati a livello nazionale dalla Fraternità Francescana di Betania per un’occasione spirituale e fraterna tra tutti i Gruppi.
100. Per quanti lo richiedono, l’aggregazione avviene dopo un anno di preparazione, durante il quale il candidato ha garantito una certa assiduità agli incontri e ha partecipato al “Seminario di Vita Nuova nello Spirito”, organizzato dai Responsabili del Gruppo, per preparare i membri ad una più totale e consapevole apertura all’opera dello Spirito Santo.
101. Dopo tale preparazione, i fratelli “anziani” del Gruppo invocano l’azione dello Spirito Santo sui candidati che sono stati ammessi.
102. Chi ne fa richiesta ed è ritenuto idoneo, può pronunciare la Promessa, per approfondire il proprio impegno all’interno del Gruppo; essa dovrà essere confermata ogni anno, comunitariamente e solennemente.
103. La promessa sarà espressa con queste parole:
“A lode e gloria della SS.Trinità, poiché il Signore Gesù ha riversato nel mio cuore il dono ineffabile dello Spirito Santo, guidato dall’esempio generoso di Maria Ancella del Signore,
Io, NN...,
rinnovando a Dio con ardore le promesse del mio Battesimo, per un anno, mi impegno davanti a voi fratelli e sorelle, ad essere presenza attiva e fermento di unità nel mio Gruppo Ancilla Domini, nonché a portare l’annuncio di vita nuova e di speranza nel mio stato di vita e nei luoghi dove Dio mi ha posto, secondo lo Statuto dei Familiari FFB.
Pertanto mi affido con tutto il cuore alla Fraternità Francescana di Betania e confido nell’azione dello Spirito Santo, perché possa io tendere costantemente alla perfetta carità nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini".
104. Ogni Gruppo è guidato da un Responsabile secolare, coadiuvato da una Gruppo pastorale di quattro membri e da altri Servizi Ministeriali regolati da specifici responsabili e dal Gruppo Pastorale. Gli incarichi durano tre anni e sono rinnovabili.
105. La cura pastorale, in collaborazione con i suddetti responsabili, e l’assistenza spirituale è affidata dall’Istituto a una Commissione formata da un Responsabile Nazionale professo/a perpetuo/a, da un Assistente professo perpetuo presbitero e i Referenti di zona, professi/e.
106. Spetta a tali Organi di governo Pastorale elaborare un progetto annuale atto a favorire la vita spirituale – fraterna e la missione dei Gruppi Ancilla Domini in comunione con la Diocesi e la Fraternità Francescana di Betania.
107. I membri dei Gruppi di preghiera Ancilla Domini contribuiscano a sostenere le proprie iniziative mediante libere offerte volontarie, secondo le proprie possibilità economiche e le situazioni a cui far fronte. A tale scopo, all’interno di ciascun Gruppo Pastorale, sarà nominato un Economo.
108. All’interno dei Gruppi Ancilla Domini vi possono essere famiglie che si riuniscono per vivere un particolare cammino di vita comune attraverso specifici momenti di preghiera e di fraternità.
109. I coniugi che vivono questa vocazione come coppia sono chiamati in modo particolare a testimoniare l’ideale della Famiglia di Nazareth, scuola di fede, di speranza, di amore e di difesa della vita. Consapevoli di formare con i loro familiari una “chiesa domestica”, si impegnano con loro a favorire tanto la preghiera comune come il dialogo e il mutuo affetto, per contribuire alla crescita umana e cristiana dei componenti.
110. Essendo sorti sulla scia della stessa onda di grazia con cui lo Spirito Santo ha dato vita al RnS italiano, i GAD possono attingere liberamente al patrimonio spirituale di quest’ultimo e alle sue iniziative di preghiera, pur nella consapevolezza della propria specifica chiamata.
3.1. I Gruppi Giovani di Betania
111. La Fraternità Francescana di Betania ha una particolare attenzione verso i giovani che si sentono attratti dal suo patrimonio spirituale e dal suo stile di vita e cerca i mezzi per presentarli loro adeguatamente.
112. I GdB sono quei giovani che si sentono chiamati dallo Spirito Santo a vivere la propria esperienza di vita cristiana alla luce del messaggio di san Francesco e della spiritualità della Fraternità Francescana di Betania, approfondendo la propria vocazione e la scelta del proprio stato di vita nell’ambito dell’Istituto.
113. I GdB hanno una specifica organizzazione e metodi pedagogici adeguati ai bisogni del mondo giovanile.
114. Il Superiore Generale con il suo Consiglio nomina gli animatori e i responsabili dei Gruppi GdB. Gli animatori sono dei laici e dei professi dell’Istituto che collaborano con il responsabile, professo/a perpetuo FFB.
115. Il GdB si impegna a:
- riscoprire i contenuti delle promesse battesimali,
- partecipare sempre alla S.Messa domenicale e festiva, nutrimento per il cammino spirituale,
- avvicinarsi mensilmente al Sacramento della Riconciliazione, dono e fonte del perdono,
- nutrire la vita di preghiera personale e comunitaria, secondo le disposizioni dei loro animatori e responsabili,
- amare e imitare la Madonna:
- affidare a Lei la propria vita e recitare giornalmente il S.Rosario
- coltivare e testimoniare la bellezza del rispetto del proprio corpo, tempio dello Spirito Santo, - partecipare agli Incontri di zona e, possibilmente, agli Incontri nazionali,
- essere veri, onesti, miti, obbedienti, capaci di meritare fiducia,
- essere amici di tutti, accoglienti, gentili, trasparenti e puri di pensieri, parole e azioni,
- essere laboriosi, fedeli agli impegni di studio, sobri, pronti a rendersi utili e ad aiutare gli altri,
- essere gioiosi e capaci di cantare anche nelle difficoltà: “la gioia è la nostra forza!”
- essere ovunque segno di Speranza e di Vita Nuova.
116. Dopo un periodo di formazione di almeno un anno, confermano questa opzione con un impegno personale dinanzi a Dio e alla presenza dei fratelli e delle sorelle.
117. La promessa sarà espressa con queste parole:
Con l’aiuto dello Spirito Santo, e il vostro sostegno fraterno,
io, NN ........,
a lode della SS.Trinità,
prometto di essere più fedele al Vangelo, di seguire il limpido esempio di Maria SS. e di Gesù nella Santa Famiglia di Nazareth, di vivere l’amore accogliente di Betania nella gioia e semplicità di cuore, e di ... (si aggiungono impegni pratici annuali).
118. I GdB si propongono come progetto finale l’inserimento graduale nei GAD.
119. In caso di recessione, il Giovane di Betania ne darà comunicazione ai responsabili, esponendone le motivazioni.
4. Amici e Collaboratori Volontari
120. Un’ulteriore modalità di partecipazione all’Istituto è costituita da coloro che, senza assumersi impegni in forme particolari, desiderano percorrere il proprio cammino di santità nella specifica vocazione secolare, attraverso il patrimonio spirituale della Fraternità Francescana di Betania. Sono quanti fanno riferimento alla Fraternità per la direzione spirituale, seguono il suo stile di vita adattandolo al proprio stato e sostengono le opere dell’Istituto con il contributo personale e professionale volontario.
Cura Pastorale e Unione Spirituale
121. In virtù dell’appartenenza alla medesima famiglia spirituale, la cura pastorale e l’assistenza spirituale di tutti i Familiari di Betania sono affidate all’Istituto al quale spetta l’altius moderamen di cui al can 303 CIC. L’ “altius moderamen” mira a garantire la fedeltà della vita dei membri al carisma della Fraternità, alla unità con l’Istituto e la comunione con la Chiesa.
Obbligo dello Statuto
122. Interprete autentico del presente Statuto è il Superiore Generale dell’Istituto Fraternità Francescana di Betania il quale ha giurisdizione per qualsiasi dubbio di fatto o di merito.
123. Il Superiore Generale con il suo Consiglio ha sempre la facoltà di modificare, aggiornare, ampliare o abrogare questo Statuto.
124. Tutti i Familiari di Betania, per essere chiamati tali, devono osservare con fedeltà e diligenza il presente Statuto.