Virtù della vita fraterna (2)

7° incontro 2019-20

Riprende l'incontro lasciato in sospeso lo scorso 19 aprile sul prendersi cura dell'altro, incontro che negli interventi prende spunto dalla visione del film del 2018 "Non ci resta che vincere", diretto da Javier Fesser.

Non serve andare a cercare di chi prendersi cura perché è il Signore stesso che ci mette vicine le persone di cui prendersi cura o ce le pone lungo il nostro cammino.

Prendersi cura dell'altro non significa risolvere i suoi problemi, certo, se ne abbiamo la possibilità certamente gli doniamo tutto l'aiuto che possiamo ma spesso è sufficiente porsi all'ascolto dell'altro e si scopre che ogni persona è un universo nuovo, proprio come nei personaggi interpretati nel film dove l'allenatore che, suo malgrado, si è trovato ad allenare persone diversamente abili, in ciascuna ha scoperto una miniera di sentimenti e di sensibilità fuori dal comune che il pregiudizio avrebbe fatto ignorare.

Ci si prende cura dell'altro, oltre che ascoltandolo, standogli vicino ma nel rispetto dei suoi tempi e senza invadenza.

Il Signore, che pone queste persone lungo il nostro cammino, con la preghiera e con l'amore ci dà anche la forza e gli strumenti necessari per prenderci cura di loro, spesso con una semplice parola ma quella giusta al momento opportuno.

Nel film, l'allenatore non capiva il disagio dei giocatori disabili ma l'amore è riuscito a penetrare a fondo fino a fargli capire anche il disagio di chi gli stava vicino ovvero la moglie con il suo desiderio forte di avere un figlio che, anche se in età avanzata, gli avrebbe fatto accettare il rischio di averlo disabile senza che questo costituisse più un problema per lui.

In questo periodo di pandemia c'è quanto mai bisogno di comprendere il disagio che colpisce le persone più deboli spesso risolvibile con un semplice sorriso che la mascherina nasconde ma che lo sguardo trasmette.

Allora tutti possiamo aiutare qualcuno con l'amore e la preghiera ed uniti è ancora più efficace, come la guarigione del paralitico in Lc 5,17-26 in cui "alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza".

Tutto questo è possibile perché l'amore, quello cristiano, vince tutto, anche le paure ed i preconcetti come abbiamo visto nel film in cui l'allenatore, con l'amore fa superare la paura dell'acqua ad un disabile ma anche lui, con l'amore dei suoi allenati disabili, vince la paura dell'ascensore.

Allora anche la disabilità è dimostrato che non costituisce un ostacolo all'aiuto del prossimo ma solo l'egoismo da cui spesso ci facciamo vincere anzi, spesso quella che sembra essere una pietra d'inciampo scopriamo essere la pietra d'angolo della nostra vita, lo sa bene l'allenatore... ma è ovvio che aiutare è tanto importante quanto lasciarsi aiutare con docilità.

Tutte queste considerazioni sono il sunto dei contributi di pensiero emersi durante la videoconferenza. Il prossimo incontro, con data e ora da definire, sarà su "La riconoscenza" in cui ciascuno potrà ricercare materiale in rete da discutere.