Virtù della vita fraterna (1)

6° incontro 2019-20

Visto il perpetrarsi delle restrizioni dovute al Coronavirus, riprende il ciclo tematico di incontro oblati in videoconferenza.

Il tema della giornata odierna continua con la disanima delle virtù, in particolare, quest'oggi, "Virtù della vita fraterna" attraverso alcune riflessioni sul documento "Custodia dell'altro" edito dal Vicariato di Roma, Servizio per la Pastorale Giovanile, nell'anno 2005 c/d della regalità, rivolto ai giovani ma, come dicono i nostri referenti, "...l'argomento cade a fagiolo con quello che stiamo vivendo..."

Il documento citato, si apre con un interrogativo che già ci eravamo posti in una precedente occasione: "Caino, dov'è tuo fratello?"

Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il custode di mio fratello?».[Ge 4,9]

In verità la risposta sarebbe "si" perché il Signore ci chiama ad essere custodi gli uni degli altri secondo un preciso itinerario:

a. Dio si prende cura dell’umanità;

b. Gesù si prende cura degli altri;

c. Noi siamo chiamati a prenderci cura degli altri;

d. Lo Spirito Santo ci rende capaci di prenderci cura degli altri.

Nell'incontro siamo invitati a percorrere questo itinerario attraverso lo schema riportato nel documento, ovvero:

  1. Lettura dal Vangelo secondo Marco [Mc 2,1-12];
  2. Interrogando Dio: “Signore cosa mi stai dicendo attraverso questa parola?” (meditatio);
  3. La nostra risposta al Signore (oratio) attraverso una preghiera;
  4. Un momento di silenzio per ascoltare con il cuore (contemplatio);
  5. Un impegno concreto realizzabile secondo quanto suggerito dallo Spirito Santo.

In particolare per quanto riguarda quest'ultimo punto che è il fine ultimo della riflessione, vengono suggerite le opere di misericordia.

Alcune riflessioni sono state guidate dalle nostre referenti attraverso la lettura di uno stralcio dell'omelia di Papa Francesco nella solennità di San Giuseppe del 2013.

In ogni caso, ciascuno potrà scegliere uno spunto di quelli riportati nel documento ed approfondirlo

Già l'impegno "io resto a casa" è un atto concreto di custodia dell'altro, delle persone più fragili, più a rischio contagio.

Un'altro aspetto trattato è stato "la discrezione", siamo tentati a prendere solo i lati negativi della persona ma, nella carità, bisogna considerare cosa c'è di buono nell'altro, occorre costruire una relazione buona con l'altro custodendo anche ciò che la persona ci confida.

Correlato al tema abbiamo avuto qualche testimonianza di vita di alcuni oblati nonostante le restrizioni legate al Coronavirus.

Giuliano ci fa notare che ci sono anche relazioni amare in cui è difficile la ripartenza che dipende molto dalla fiducia in Dio, si parte dall'Amore di Dio per ripartire anche con più slancio.

Lucia, pur nel dolore di molte persone per le vittime del Coronavirus, sta vivendo un momento bello da vivere perché è piacevolmente "costretta" a confrontarsi in famiglia.

Veronica e Luigi, all'unisono, vivono analoghe dinamiche della Fraternità in famiglia, evidenziando che la preghiera è aumentata e così anche il feeling tra loro e con i familiari.

Maria Grazia, non potendo aiutare fisicamente il prossimo ha preso l'impegno di curare le piantine della portineria, anche questo è un modo di custodire l'altro.

Concetta e Maurizio hanno moltissimi contatti con famiglie disagiate ma pur sentendo la necessità di un contatto fisico soffrono la distanza con la gente che ha necessità. In questo periodo hanno valorizzato lo sguardo che comunica tutto.

Samuele ed Endria hanno potuto apprezzare la piccola comunità nascente in ambito condominio che, pur non potendo uscire, si è creata una familiarità prima inesistente.

L'incontro è dovuto terminare per l'inizio delle preghiere comunitarie in Fraternità ma proseguirà in data da definirsi.