1) Dio crea il Cielo e la Terra.
Il Salmo 104,1 prega così:
Benedici il Signore anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Lodiamo dunque, il Signore per la creazione, tanto grande.
«Il Padre lavora per fare questa meraviglia della creazione; per fare quel passaggio dal caos al cosmo, dal disordine all’ordine, dal peccato alla grazia». E «questo è il lavoro del Padre e per questo noi lodiamo il Padre, il Padre che lavora».
«Ma perché Dio ha voluto creare il mondo? Cosa faceva Dio prima di creare il mondo, si annoiava?» Dio amava, nella sua pienezza amava; nella sua comunicazione, fra le tre Persone, amava e non aveva bisogno di più.
Ma se Dio non aveva bisogno, perché ha creato il mondo? Semplicemente per condividere la sua pienezza, per avere qualcuno al quale dare e col quale condividere la sua pienezza. In una parola, «per dare».
Certo, «possiamo domandarci come io ricevo queste meraviglie, come io ricevo questo che Dio mi ha dato — la creazione — come un dono». E «se lo ricevo come un dono, amo la creazione, custodisco il creato perché è stato un dono».
Ognuno di noi «può domandarsi come vive questa meraviglia della creazione. Che il Signore ci faccia capire questa cosa grande e ci faccia capire quello che lui faceva prima di creare il mondo: amava. Ci faccia capire il suo amore verso di noi e noi possiamo dire con le parole del salmista: «“Sei tanto grande, Signore, grazie, grazie!”».
Possiamo domandarci come dobbiamo rispondere a questa creazione di Dio, che è nata dall’amore perché Lui lavora per amore». «Alla “prima creazione” dobbiamo rispondere con la responsabilità che il Signore ci dà: “La terra è vostra, portatela avanti; fatela crescere!”». Perciò «anche per noi c’è la responsabilità di far crescere la terra, di far crescere il creato, di custodirlo e farlo crescere secondo le sue leggi: noi siamo signori del creato, non padroni». E non dobbiamo «impadronirci del creato, ma farlo andare avanti, fedeli alle sue leggi». Proprio «questa è la prima risposta al lavoro di Dio: lavorare per custodire il creato, per farlo fruttificare».
In questa prospettiva, «quando noi sentiamo che la gente fa riunioni per pensare a come custodire il creato, possiamo dire: “Ma no, sono i verdi!”». Invece, «non sono i verdi: questo è cristiano!». Ed «è la nostra risposta alla “prima creazione” di Dio, è la nostra responsabilità!». Difatti «un cristiano che non custodisce il creato, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio, quel lavoro nato dall’amore di Dio per noi». E «questa è la prima risposta alla prima creazione: custodire il creato, farlo crescere».
Preghiamo perché «il Signore ci dia la grazia di capire che Lui è all’opera; e ci dia la grazia di rispondere giustamente a questo lavoro di amore».
2) Dio crea l’Uomo e la Donna.
Il Salmo 8, 4-7 prega così:
“Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordie il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,tutto hai posto sotto i suoi piedi.”
Il salmista esprime «l’ammirazione davanti alla tenerezza, all’amore di Dio: perché tu ti comporti così con noi? Non siamo niente, ma tu sei grande...».
La risposta si trova nel racconto della creazione tratto dalla Genesi (1,26- 28). Lì si legge, infatti, alla fine del sesto giorno: «Dio disse:
“Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza. Domini sui pesci del mare, gli uccelli...”. E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. E li benedisse e disse loro: “Siate fecondi, moltiplicatevi; riempite la Terra; soggiogatela; dominate sui pesci del mare...”». Cioè, «Dio dà tutto all’uomo. E la creazione dell’uomo e della donna è l’incoronazione di tutta la creazione del mondo, è il fine».
Ma, domandiamoci, «cosa ci dà Dio» per farci dire nel salmo: «Che cos’è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?».
• «Prima di tutto ci ha dato il DNA, cioè ci ha fatto figli, ci ha creati a sua immagine, a sua immagine e somiglianza, come lui». E «che gli assomigli tanto o poco, è figlio: ha ricevuto l’identità». Si tratta di un legame che resta. E così «se il figlio diventa buono, il padre è orgoglioso di quel figlio» e dice: «ma guarda che bravo!». Ugualmente, se il figlio «è un po’ bruttino», il padre comunque dirà: «è bello!», perché «il padre è così, sempre». E ancora: «se è cattivo, il padre lo giustifica, lo aspetta...». Lo stesso Gesù, del resto, «ci ha insegnato come un padre sa aspettare i figli». In definitiva, Dio «ci ha dato questa identità di figli». Addirittura possiamo dire: «Siamo “come dei”, perché siamo figli di Dio». E Dio «è contento, perché ha sulla terra un figlio, come ne ha un altro in cielo. È felice il Signore: “È molto buono”, dice a se stesso». Questa, quindi, è la prima cosa che Dio ha dato all’uomo nella creazione.
• Le seconda è insieme un «dono» e un «compito». Cioè, «ci ha dato tutta la terra». Infatti nella Scrittura si legge: «Domini sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio dice agli uomini: «riempite la terra, soggiogatela, dominate sui pesci del mare e su ogni essere vivente». Dio, cioè, «ha dato la regalità: è un re, l’uomo. È quello che domina. Così lo vuole il Signore: non lo vuole schiavo, lo vuole signore». E cosa comporta questa signoria? Comporta «il compito di portare avanti il Creato», cioè «un lavoro».
«Come lui ha lavorato nella creazione, ha dato a noi il lavoro, ha dato il lavoro di portare avanti il creato. Non di distruggerlo; ma di farlo crescere, di curarlo, di custodirlo e fargli portare frutto.». Tra l’altro, c’è un fatto «curioso»: Dio «ha dato tutto», ma «non ci ha dato i soldi». Non a caso «dicono le nonne, che il diavolo entra dalle tasche...».
• L’ultimo dono si trova proseguendo nella lettura della Genesi: «Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò». Cioé: «la terza cosa che ha dato è l’amore». Dio dice: «Non è buono che l’uomo viva da solo. E ha fatto la compagna».
Riassumendo, Dio ha detto all’uomo: «Tu sei il figlio, tu devi fare questo: custodire il creato, lavorare, andare avanti. E amare. Perché io sono amore e ti do questo». Di fronte a ciò viene da esclamare con le parole del salmista: «Sei grande, Signore, sei grande! Che cosa è mai l’uomo, perché tu di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Davvero, lo hai fatto poco meno di un Dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani: tutto hai posto sotto i suoi piedi. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!».
Dio «ci ha dato l’identità: abbiamo la stessa identità di Dio, siamo figli di Dio. Siamo stati creati a sua immagine e somiglianza. Ci ha dato il dono della terra, del creato: “Tutto è vostro, ma per portarlo avanti, per custodirlo, non per distruggerlo!”». E «questo si fa con il lavoro: il lavoro è un dono di Dio e quando una persona non ha lavoro, si sente senza dignità, le manca qualcosa che viene da Dio». Infine Dio «ci ha dato l’amore: l’amore che incomincia qui, nell’uomo e nella donna».
Perciò, «ringraziamo il Signore per questi tre regali che ci ha dato: l’identità, il dono-compito e l’amore. E chiediamo la grazia di custodire questa identità di figli, di lavorare sul dono che ci ha dato e portare avanti con il nostro lavoro questo dono, e la grazia di imparare ogni giorno ad amare di più».
fr. Stefano DEL MASTIO • referente oblati FFB San Quirino