Gratuitamente amati, siamo chiamati a un pellegrinaggio interiore, a tornare a casa, per scoprire la sorgente dell'Amore che mi abita... e lasciarmi inondare...
Schema di lavoro per il I° passo
Anno Pastorale 2022-23
Primo incontro oblati
San Quirino, 6 novembre 2022
L'incontro si è svolto secondo quanto era stato preceduto da un promemoria di fra Enzo qualche giorno prima sul nostro canale Telegram:
Durante l'adorazione eucaristica, abbiamo affidato le nostre vite al Signore ringraziandolo per il dono della Sua chiamata come oblati ed abbiamo ricevuto una Parola che ci accompagnerà per questo Anno Pastorale.
A Betania vi ho chiamati amici
Per trattare il tema di quest'anno, "A Betania vi ho chiamati amici", cercheremo di sviluppare pian piano questa amicizia che il Signore vuole instaurare con noi personalmente e tra di noi oblati per consolidare la Sua porzione di Chiesa in quanto parti di Chiesa universale viva.
Per rispondere alla chiamata di oblati, abbiamo il compito di
- essere testimoni di Cristo nel mondo;
- vivere il carisma di Betania che lo Spirito Santo ci ha consegnato;
- vivere in particolare l'esercizio della carità che è la nostra santificazione ovvero la volontà di Dio in noi.
Proprio nello spirito di Betania, che dall'ebraico significa casa del pane, bisogna tenere costantemente presente che ci si santifica sempre insieme, non da soli, in quanto abbiamo sempre bisogno dell'altro in ogni situazione concreta della vita.
Testimoni di Cristo nel mondo
Per comprendere a fondo il mistero di questa chiamata, lo operiamo attraverso una triplice dimensione; dimensione personale, dimensione comunitaria e dimensione apostolica.
Dimensione personale
Dobbiamo recederci conto che tutto ciò che noi siamo e abbiamo è dono gratuito del Signore e questo ci invita a scavare sempre più in profondità fino ad arrivare alla Verità che è in noi poiché in noi abita Dio. C'è una casa dove il Signore ci è venuto ad abitare con il dono del Battesimo e, in questo pellegrinaggio terreno, lo Spirito Santo ci fa capire quale Amore abita in noi.
L'evangelista Giovanni dice:
«In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati » . [1Gv 4,10]
Tutto è dono gratuito, tutto è grazia, nessuno ha meriti, dobbiamo quindi svuotarci del nostro ego per lasciare spazio alla bellezza che è Dio visibile nella persona di Gesù Cristo, suo Figlio, donato a noi.
Ancora, l'evangelista Giovanni dice:
«il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi » [1Gv 4,7-10]
Dio si è fatto persona, ha preso un corpo per poi offrire la Sua vita in riscatto per tutti, risorgere e donarci il suo Santo Spirito: il Padre progetta e crea, il Figlio salva, lo Spirito Santo abita in noi.
Questo amore di Dio impone una risposta d'amore, risposta libera che non si risolve soltanto attraverso preghiere o sacrifici ma si realizza nell'ascoltarla, nell'accoglierla e nel viverla: questo è il compito di ogni battezzato.
Dio ama tutti indistintamente, anche chi non risponde al Suo amore poiché la Sua essenza è l'Amore, da Lui non può che uscire soltanto amore.
Dimensione comunitaria
Dobbiamo prendere piena consapevolezza di questa dimora di Dio in noi, di essere tempio dello Spirito Santo, come dice San Paolo agli abitanti di Corinto:
«non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? » [1Cor 1,16]
E ancora, l'Evangelista Matteo ci dice:
«dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro » [Mt 15,20]
Dalla dimensione personale si passa alla dimensione comunitaria che si chiama Chiesa, ecclesia, il popolo dei credenti riunito dallo Spirito del Dio vivente.
La Chiesa cattolica abbraccia tutte le persone di tutti i tempi, non esclude nessuno ad esempio del suo Signore, il quale ama tutti, pertanto anche a noi è chiesto di amare ed accogliere tutti indistintamente e desiderare la salvezza di tutti come fece il nostro amato San Francesco che, durante l'esperienza di Gesù vivo alla Porziuncola, espresse il desiderio di mandare tutti in Paradiso.
Dimensione apostolica
Per passare dalla dimensione comunitaria ad una dimensione apostolica, leggiamo il Vangelo di Matteo:
«in verità vi dico, tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me » [Mt 25,40]
Con queste parole il Signore vuole focalizzare la nostra attenzione sulle persone più bisognose alle quali dobbiamo testimoniare e annunciare l'amore misericordioso di Dio il quale si china su ogni nostra miseria e povertà per innalzarci alla dignità di figli di Dio.
Vivere il carisma di Betania
Nel Vangelo di Luca leggiamo:
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» [Lc 19,5]
In latino casa si dice Domus da cui deriva anche il nome Duomo, luogo di culto principale della Diocesi, che presiede tutti gli altri nella carità, dove risiede il Vescovo, il pastore della Chiesa particolare, il quale presiede le celebrazioni in quanto casa di Dio, casa della Diocesi, casa di ogni battezzato, casa di ogni uomo e donna di buona volontà.
Dal luogo universale, che è la casa di San Pietro, segno di cattolicità di tutta la Chiesa, si estende in tutti i duomi particolari la grazia del Signore e, in questa porzione di Chiesa, anche alla Fraternità Francescana di Betania.
Questa Domus è costituita da ognuno di noi che, come detto in precedenza, vivifica il tempio di Dio, visibile attraverso i nostri gesti, le nostre parole, le nostre scelte, i nostri pensieri, i nostri sentimenti, espressione di un autentico cammino spirituale.
Esercizio della carità
Le nostre scelte devono essere scelte dettate dall'amore, scelte che partono dal cuore, scelte suggerite dallo Spirito Santo che abita in noi, scelte che ci consentono di vivere concretamente in modo cristiano la nostra vita ordinaria.
Nel Vangelo di Luca ascoltiamo queste parole:
«Oggi la salvezza è entrata in questa casa» [Lc 19,9].
A questo punto, possiamo discernere pensieri e sentimenti che accompagnano le nostre giornate.
Qualche spunto di riflessione:
- quali sono i pensieri, i sentimenti che producono gioia nel mio cuore?
- quali sono i pensieri, sentimenti che producono tristezza nel mio cuore?
È bene riflettere che dal cuore parte ogni discernimento, pensieri e sentimenti.
Sacra Scrittura e Magistero
Per proseguire il cammino, è bene porre un chiarimento relativo alla Sacra Scrittura e al Magistero della Chiesa. Le due realtà stanno sullo stesso livello; credere alla Parola di Dio e credere al Magistero della Chiesa costituisce la stessa realtà poichè realizzano in modo autentico il linguaggio con cui Dio si rivela e si comunica nel corso della storia a tutti gli uomini.
Se sei inserito nella vita di Cristo devi credere a quello che genuinamente ti viene insegnato dal Magistero della Chiesa universale, la quale parla in modo sinodale per il bene di ogni singola persona, di tutta la società e di tutta la creazione.
Teniamo sempre presente che la Chiesa è costituita in modo gerarchico; lo Spirito Santo, a vari livelli, comunica la volontà di Dio in modo ordinato e amicale. A tal proposito, leggiamo nella Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei verbum del Concilio Vaticano II alcune indicazioni:
2. Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. [...]
proseguendo,
9. La sacra Tradizione, dunque, e la sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine. Infatti la sacra Scrittura è parola di Dio in quanto consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra Tradizione, essa trasmette integralmente la parola di Dio - affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli - ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conseguenza l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza [13]. [...]
10. [...] Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio.
Ne consegue che la Parola di Dio e il Magistero esprimono l’unico mistero d’amore di Dio.
Nel Concilio Vaticano I è stata sancita l'infallibilità del Papa al quale si deve ossequio in tutto ciò che pronuncia (ex cathedra) in tema di fede e di morale.
Amicizia di Dio
L'amicizia è un'iniziativa di Dio che si porge a noi, il quale attende la nostra accoglienza per diventare Sua abitazione, Suo tempio, Sua casa.
Forti di questa Sua presenza, siamo spronati dallo Spirito Santo a portare questo annuncio nel mondo, diventando così, missionari vivi della Sua opera.
Nella formula del rinnovo delle promesse di vita evangelica pronunciamo:
“A lode e gloria della Santissima Trinità, [...], poiché il Signore Gesù, facendomi conoscere il suo Amore, mi ha chiamato conversione e ha messo nel mio cuore di desiderio di amarlo e di farlo amare [...]”
La massima espressione con cui Dio rivela la Sua amicizia, la troviamo durante l'ultima cena dove Gesù con i Suoi discepoli istituisce il sacramento dell'Eucarestia, massima comunione di amicizia tra noi e Lui e tra di noi.
«Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi [...] » [Gv 15, 14-16]
Stile mariano
Il nostro stile di vita mariano ci offre alcuni spunti di riflessione interessanti sul tema dell'amicizia operata dalla Vergine Maria:
- con Dio Padre, in quanto figlia,
- con Dio Figlio, in quanto madre,
- con Dio Spirito Santo, in quanto sposa.
Maria abita la Parola di Dio in quanto medita e vive la Parola ancora prima dell'Incarnazione del Verbo; Maria è abitata dalla Parola di Dio in quanto, incarnando il Verbo, diventa dimora del Dio vivente fatto carne.
Ripercorrendo tutta la Storia della Salvezza (Sacra Scrittura), possiamo leggere che l'Incarnazione del Verbo, operata da Gesù Cristo, è stata attuata per ripristinare la comunione di amicizia tra Dio e gli uomini di tutti i tempi e di tutta la storia, persa con il peccato originale.
Forti di questa esperienza, possiamo con Gesù:
«andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea» [Mt 28, 10]
Siamo passati da una relazione intima con Dio prima dell'esperienza del peccato originale ad una situazione di schiavitù dopo il peccato originale per divenire di nuovo amicizia operata durante l'Ultima cena da Gesù, segno Pasquale di vita nuova, per costituire la nuova Chiesa di fratelli e sorelle:
Attraverso questo cammino, possibile solo dopo il Battesimo, ci modelliamo a Cristo, ci cristifichiamo attraverso i nostri "si" quotidiani nel vivere il Santo Vangelo a imitazione di Gesù, visibile nell’esercizio delle virtù, nell'assimilare il Suo pensiero, nel vivere come i Suoi sentimenti, nell'operare la carità su tutti i fronti della vita, fino ad arrivare:
«Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» [Gv 15,13]
Maria è il passaggio obbligato per giungere alla perfetta carità, proprio come Dio l'ha operata nell'Incarnazione: lei, che sotto la croce si fa prossima e madre di ognuno di noi, lei, che a Pentecoste ci ottiene la grazia, il dono più grande, lo Spirito Santo.
Pertanto, per gli oblati, ne consegue che ogni preghiera è bene farla passare attraverso la mediazione di Maria la quale ci aiuta a comprendere ogni cosa del mistero di Dio rivelato nel Figlio Suo, il quale ci rivela tutto l’Amore del Padre.
Per crescere serve necessariamente la docilità del cuore, accogliere, senza opporre resistenza, la grazia di Dio in noi, rompere i legami con i nostri vizi e le nostre convinzioni sbagliate: Gesù non può entrare dentro la nostra casa se non gli si apre la porta dall'interno.
L'espressione più alta che noi possiamo rendere a Dio della Sua grazia è la gratitudine, la lode, consapevoli che tutto il bene proviene da Lui, espressamente visibile attraverso il sacramento dell’Eucarestia.
In una Catechesi sulla preghiera, in particolare sulla preghiera di ringraziamento, Papa Francesco dice:
La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate. Tante volte dimentichiamo pure di dire “grazie”. [...] se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore.
La vita spirituale non è solamente unitiva con Dio e non operante nella carità, per poter operare ciò, devo attingere alla fonte, che è Dio, il quale mi sprona necessariamente a crescere sempre più nella carità.