"L’unzione di Betania è profumo di Cristo: lo stile fraterno e accogliente dell’oblato"
Come una goccia di nardo… la Parola, piena di S. Santo scende nel cuore portando il profumo della vita nuova di Cristo…
Lectio
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» [Gv 12,1-8]
Meditatio
Per la meditazione si individuino parole, verbi, espressioni principali... ecco alcuni esempi:
- Ultimi giorni della vita terrena di Gesù.
- La porta è aperta: entriamo nella casa degli amici di Gesù a Betania.
- La cena: Gesù ama stare a tavola con le persone, e va oltre… entra nella profondità dell’esperienza umana quotidiana della convivialità… fino a donare la più intima esperienza di Fraternità.
- C’è Lazzaro: subito pensiamo alle lacrime e alla profonda commozione di Gesù verso l’amico morto; alle parole di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?» [Gv 11, 25-26], e alla fede di Marta in Gesù che riporta alla vita Lazzaro.
- C’è una testimonianza viva di Risurrezione ( Lazzaro), mentre Gesù parla di morte e sepoltura, «non sempre avete me…»: sono gli ultimi giorni della sua vita terrena.
- C’è Giuda, che porta nella scena l’ombra di un calcolo meschino, il proposito di tradimento e inganno, la freddezza di un cuore gelido, chiuso nella ricerca dei propri interessi di potere. Sembra voler spostare l’attenzione di tutti i presenti sui bisogni dei poveri… parla di spreco
- Gesù è seduto a tavola in compagnia degli apostoli e di altri invitati: la cena è per Lui, Lui è l’ospite d’onore, la persona più importante con cui desideriamo vivere l’intimità di una vera e personale amicizia .
- Ma la rottura del vaso di nardo squarcia la scena, e la inonda di Amore immenso, coinvolgente e travolgente, come una luce gettata su Gesù: «le grandi acque non possono spegnere l’Amore, né i fiumi travolgerlo…» [Ct 8, 7]
- Trecento grammi di profumo di puro nardo: è l’olio dell’unzione e della consacrazione, che riconosce la regalità sacerdotale di Gesù, il Signore.
Il termine profumo, in ebraico, ha la stessa radice del termine nome (SHEMEN) : parla dell’identità personale di Gesù.
Il nardo sovrabbondante: 300 grammi, dieci volte tanto il Prezzo del tradimento di Giuda e dei suoi calcoli meschini. Quasi a dire: Gesù, stanno per tradirti, ma io ti amerò di più, almeno dieci volte tanto… - Il gesto pubblico di Maria: espressione dell’Amore dichiarato davanti agli occhi di tutti, di una testimonianza pubblica senza alcun riguardo; le importa soltanto Gesù. Il dono è assoluto con un gesto deciso e forte: senza ripensamenti e senza alcuna riserva: tutto è per Gesù.
- Asciuga i piedi di Gesù con i suoi capelli: il gesto vuole quasi trattenere Gesù e coinvolgerlo in un dialogo personale, cuore a cuore. È una promessa di seguirlo, di essere discepola su Suoi passi, fino alla fine… «costi quel che costi».
- E tutta la casa si riempì del profumo… la testimonianza è contagiosa, inebriante… non si può tacere… tocca il cuore e cambia la vita… un nuovo respiro, una nuova effusione di Spirito Santo, che attrae a Gesù chiunque lo respira.
Oratio
Preghiere spontanee, le parole, le espressioni, i verbi che mi hanno colpito diventano preghiera, motivo di lode, di ringraziamento, di supplica, di richiesta di perdono...
Contemplatio
La preghiera mi porta all'incontro con Gesù, il Vivente e diventa adorazione silenziosa:
- mi abbandono alla Sua presenza,
- mi lascio amare da Lui,
- chiedo un cuore nuovo, capace del Suo amore gratuito... «Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo» [2Cor 2, 15]
Consolatio, discretio, deliberatio
« ...Dalla lettura del Vangelo di Giovanni 12, 1-11, emerge un aspetto molto umano di Gesù, che, sentendosi ovunque intorno ostilità... gente pronta a tradirlo in cui non può fidarsi, va a Betania, angolo di intimità, in cui Gesù si fida degli amici... Anche il gesto clamoroso di Maria, che infrange un vasetto di nardo prezioso per Lui, è preludio alla sua sepoltura, ma anche un gesto di venerazione, un gesto squisito di accoglienza, di amicizia fedele e pronta. Qui a Betania, fra amici sicuri e sinceri, Gesù viene ad attingere la forza per affrontare la passione. Su Gesù pende un mandato di cattura, che
può coinvolgere anche i tre amici: l'amicizia è a rischio, ma essi sanno rischiare...
Gesù si è giocato la vita per noi. Il rischio che uno corre per l'amato, sta a dire l'entità dell'amore...
Il gesto di Maria... Gesù risponde: « Lasciala fare ...» l'amicizia non ha prezzo... Se uno, si legge nel C. dei Cantici, desse il suo patrimonio per l'amore, ancora non darebbe nulla...» [p. Pancrazio]
Ognuno di noi è chiamato ad essere per Cristo e per i fratelli una Betania ospitale... di amicizia fedele e pronta, di accoglienza sincera, un luogo sicuro...
Actio
Da ciò che abbiamo letto, meditato e pregato, ci poniamo ora alcune domande a cui ciascuno potrà rispondere nel proprio cuore o condividere:
- portiamo a Gesù l’unguento della nostra oblazione, vale una vita offerta per Lui… di che cosa è simbolo il mio unguento per Gesù?
............................................................................................................................................................................................................................................. - ho mandato in frantumi qualcosa a cui tenevo tanto, per amore di Gesù...? Oppure c’è ancora qualche legame, laccio, che mi tiene in fondo prigioniera e non mi lascia libero? Chi c’è al primo posto nella mia vita, nelle mie scelte?
............................................................................................................................................................................................................................................. - sono chiamato a portare il Vangelo di Betania con la mia testimonianza di vita. L’amicizia e l’ospitalità prevedono un cuore aperto, umano, evangelico, la ricerca non del proprio interesse, ma il bene altru: in che cosa e in quali occasioni posso migliorare il mio stile fraterno e accogliente e verso chi?
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Incontro online
Effettivamente, da un confronto fatto (ahinoi, speriamo per l'ultima volta in streaming), la domanda "noi siamo Betania?" ce la siamo posti un po' tutti in varie circostanze della nostra vita e momenti del nostro cammino.
Essere Betania significa accogliere l'altro quando mi si presenta, ovviamente in senso allargato, con una telefonata, una situazione, un problema, una richiesta di aiuto, con le sue debolezze, le sue fragilità, la sua povertà... ma attenzione, a volte il povero è quello della porta accanto, già con quella persona il Signore mi chiede di essere Betania e noi siamo chiamati ad ascoltare ed aiutare, nei limiti delle nostre possibilità, quel povero.
Prima di salire a Gerusalemme per la festa della Pasqua, Gesù amò i suoi amici, il racconto di Betania ci invita a stare con Gesù, solo così possiamo conoscere l'Amore.
Da qui la necessità che sembra essere avvertita un po' da tutti è quella di un'attenta analisi della nostra coscienza la quale, come qualcuno ha fatto notare, potrebbe essere anche incolpevolmente erronea: è tale quando non si cerca costantemente la Verità.
Molti ausili ci vengono incontro per un attento esame di coscienza, fra questi, ci viene suggerito "L'esame di coscienza" di Marko Ivan Rupnik così come si possono trovare riferimenti anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica.