Iniziamo con l'invocazione dello Spirito Santo che stabiliamo essere la nostra preghiera prima dell'inizio di ogni incontro.
Come si diceva allo scorso incontro, ci facciamo guidare dalla Parola del giorno ed in questa circostanza scegliamo la prima lettura dal libro della Genesi:
Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne» (Gen 9,8-15).
Dopo aver capito che Dio stabilisce un'Alleanza con noi, dobbiamo entrare nell'Alleanza, cfr. 2° cpt. del libro.
Nel 1° capitolo abbiamo ascoltato tutte le nostre testimonianze che ci hanno portato ad essere oblati della FFB.
L'incontro alla chiamata è l'incontro con Dio che ci introduce nella Sua volontà che è possibile anche se siamo limitati perché con Lui tutto è possibile.
Dio ci ha chiamati ad entrare con Lui in questa Alleanza ma anche con i Fratelli con i quali abbiamo un obiettivo comune che è quello di Dio ovvero, portarci alla santità. Proprio qui è il nostro impegno, perché entriamo in relazione con gli altri, il Signore ci chiede conto, ricordiamo "sono forse io il custode di mio fratello?" (Gn 4,9). Padre Pancrazio la chiamava "santità comunitaria", dobbiamo riconoscere questi legami che il Signore crea, che non scegliamo noi ma che ci porta a camminare insieme verso l'obiettivo stabilito dal Signore.
Uno degli strumenti che ci serve è proprio "l'ascolto", non solo quello fisico ma in maniera molto più ampia, come ci insegna p. Pancrazio e che andiamo a compiere a tappe.
Pensiamo all'Enciclica del Papa "Fratelli tutti": il titolo è un'affermazione non scontata, ci fa capire che siamo chiamati dal Signore ad impegnarci su questo fronte superando tutte le barriere che ancora oggi ci sono, barriere legate alle razze, ai ceti sociali, alle religioni, ecc., pensiamo a Madre Teresa di Calcutta che dove accoglieva i malati terminali, aiutava anche non cristiani senza che lei mai imponesse la sua religione.
Vediamo questo spezzone di video "il segreto è lasciarli parlare" tratto dal film "Il medico di campagna".
Se facciamo fatica ad ascoltare fratelli e sorelle che vediamo, figuriamoci se riusciamo ad ascoltare Dio che non vediamo. L'importante dell'ascolto è anche vedere i gesti, gli sguardi, i silenzi, ecc. dell'altro. L'obiettivo è sempre portare le anime a Dio.
Fra Stefano fa notare che abbiamo dei punti deboli sui quali dobbiamo lavorare: spesso la conversazione ci annoia o spesso quando uno parla io penso ad altro oppure ho i minuti contati e "scalpito" per terminare la conversazione, ecco, dobbiamo lavorare su questi aspetti ed altri che ci impediscono di ascoltare.
A questo punto riprendiamo la lettura della relazione di p. Pancrazio "L'ascolto nella vita spirituale del cristiano".
Come qualcuno fa notare, la Bibbia è piena di situazioni di ascolto, citiamo, per esempio, l'ascolto di Maria della voce del Signore tramite l'Angelo il cui risultato è una gioia che si manifesta nell'esultanza del "Magnificat" o l'ascolto di Gesù nel Getsemani che già sa che verrà tradito e che si manifesta con il sudore di sangue oppure la storia di Gedeone in Giudici 6.
Senza Dio non posso fare nulla o, come diceva p. Pancrazio "nulla di buono", ecco perché devo dialogare con il Signore e mettermi in ascolto della Sua Parola e se riesco ad ascoltare Dio, riesco ad ascoltare i fratelli e se riesco ad ascoltare i fratelli sono nella direzione di quello che è l'obiettivo di santità che il Signore ha fissato per ciascuno di noi. Ogni energia durante l'ascolto deve dunque essere impiegata ad ascoltare, senza distrazioni, senza pensieri, senza fretta ma placando il mio animo, creando il vuoto necessario per essere riempito nell'ascolto.
Qualcuno fa notare che per poter ascoltare bisogna instaurare una relazione più intima con l'interlocutore, per ascoltare Dio devo stabilire una relazione intima con Dio, per ascoltare il fratello o la sorella devo instaurare una relazione più intima con il fratello o la sorella.
Nella condivisione emerge che abbiamo tutti le stesse debolezze già citate precedentemente da Fra Stefano ma che ciascuno ha una propria inclinazione nell'ascolto che trova la sua massima espressione nelle diverse situazioni in cui ci troviamo più inclini all'ascolto: qualcuno ha una sensibilità che gli permette di cogliere la necessità di un fratello attraverso lo sguardo, qualcuno è abituato a farlo per il contesto lavorativo di provenienza o per esperienze forti vissute in contesti di disagio, spesso nella disabilità si è più inclini ad ascoltare proprio perché si capisce quanto l'ascolto sia importante.
Sor. Miriam evidenzia che spesso le persone hanno bisogno di essere ascoltate per poi ricevere una parola di conforto ed a quel punto saranno loro stessi a mettersi in ascolto in quel momento. Questo è proprio un ministero che il Signore affida ai consacrati ma affida anche a noi.
Per le persone, essere ascoltate non è solo un aiuto ma una necessità e noi siamo chiamati anche a provvedere a queste necessità nei contesti di vita in cui siamo inseriti e nella misura delle nostre capacità, dobbiamo avere fiducia nel Signore, nella Sua Parola e con l'aiuto dello Spirito Santo l'ascolto diventa produttivo e se apro il mio cuore all'ascolto, il nostro interlocutore si aprirà a sua volta con noi, l'ascolto aiuterà il nostro fratello e arricchirà noi, l'ascolto dona e riceve, l'ascolto riempie.
Se pensiamo al Vangelo della Domenica scorsa, il Signore ha ascoltato il lebbroso non solo con l'udito ma con il cuore, cogliendo la sua necessità, ascolto che ha portato alla guarigione del lebbroso. Il Signore ascolta ed abbiamo una conferma,
Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste. 1Gv 5:14-15
Ora concludiamo con l'intento di ascoltare sempre di più il Signore che ci porterà ad una conoscenza sempre più profonda di Dio.